Varie, 22 febbraio 2002
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DE MICHELIS Gianni Venezia 26 novembre 1940. Politico. Laureato in Chimica industriale, è stato professore associato di Chimica all’università Ca’ Foscari di Venezia
DE MICHELIS Gianni Venezia 26 novembre 1940. Politico. Laureato in Chimica industriale, è stato professore associato di Chimica all’università Ca’ Foscari di Venezia. Consigliere e assessore del Psi al Comune di Venezia, entrò alla Camera nel 1976 e venne rieletto fino al 1994. Fu ministro delle Partecipazioni statali, del Lavoro, degli Affari esteri e vicepresidente del Consiglio dei ministri. Esponente di spicco del Psi, fu membro della direzione nazionale durante la segreteria di Bettino Craxi. Nel ”97, tre anni dopo lo scioglimento del Psi, fondò il Partito Socialista, di cui divenne segretario. Nel 2001 fondò con Bobo Craxi il Nuovo Psi, che si alleò con la Cdl. Nel 2004 fu eletto deputato europeo e nel 2006 alla Camera nella lista con la Dc per le autonomie, ma optò per Strasburgo. Nel 2007 aderì alla Costituente del Partito Socialista • « oggi come un poeta irlandese o un regista iraniano, un personaggio di culto. Dimenticato da molti, forse anche dai veneziani che lo inseguirono per le calli gridandogli ”onto!”, per alcuni è un capostipite, un riferimento. I talk- show lo invitano a parlare di politica estera, e il mattino dopo ”Il Foglio” riceve lettere firmate che cominciano così: ”Che gigante! Che fuoriclasse della politica!”.Lui si schermisce: ” che se convoco una riunione per parlare di qualsiasi cosa, faccio un fischio e arrivano venti cervelli che Berlusconi se li sogna. Ai miei incontri vengono Stefano Parisi, Ercole Incalza il più grande tecnico dei trasporti italiano, Paolo Reboani il più bravo tra i giovani giuslavoristi. Ho fatto dodici finanziarie, io. Qualcosa avrò imparato, no?”» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 22/5/2004) • «Non è che sia tornato: non se n’era mai andato. E non è neanche vero che ha messo la testa a posto, nel senso dei capelli e nell’altro. Forse per un poco, dopo aver sposato una signora napoletana giovane e ricca, che gli aveva imposto dieta e tonsura. Già lasciata. [...] il Plaza, le discoteche, i favori veri o presunti, le donne autentiche o attribuite (la più spiritosa delle quali, Camilla Nesbitt, smentì così l’accusa di aver ricevuto in regalo un appartamento in via Margutta: ”Appartenendo grazie a Dio a una famiglia che è sempre stata finanziariamente molto bene, avrei potuto io regalare un appartamento a De Michelis”). [...] La rete di rapporti intessuta negli anni del potere non si è lacerata, i giovani che lavoravano con lui sono andati oltre, il capo della segreteria tecnica Stefano Parisi è direttore generale di Confindustria, il consigliere Silvio Fagiolo ambasciatore a Berlino, Maurizio Sacconi al governo. De Michelis parla di Powell e Fischer, rievoca la volta in cui trovò la formula per metter pace tra Kohl e Mitterrand sulla riunificazione tedesca, e poi la Thatcher, Maastricht (che reca due firme italiane, la sua e quella di Carli), giudizi irriferibili su D’Alema, quindi ovviamente Craxi, Andreotti, Amato [...] Lui, nei 35 mesi passati alla Farnesina, fece in media 800 chilometri al giorno e pubblicò alcuni saggi, tra cui il più citato resta malignamente Dove andiamo a ballare questa sera. Nel frattempo Kohl è finito sotto processo, Mitterrand è morto, la Thatcher è caduta ma impartisce ancora qualche buon consiglio a Berlusconi. De Michelis pure, e forse non finisce qui» (Aldo Cazzullo, ”La Stampa” 8/1/2002) • « un uomo che ha una visione. Quasi non importa quale, perché a colpire è il modo in cui la presenta, più che il contenuto. [...] è anche l’uomo intemperante e smodato che ha contribuito non poco a dare del Partito socialista quell’immagine corriva che l’ha accompagnato alla distruzione. riemerso da una lunga penitenza, dopo essere stato inquisito e isolato, buttato fuori dal ring della politica e costretto a far da spettatore. Lui, che era stato ministro per più di un decennio, aveva frequentato i grandi del mondo, agitato le notti della capitale e riso in faccia ai benpensanti. [...] ”Onestamente, io devo ringraziare Bin Laden. Senza l’11 settembre sarei rimasto una non persona, quella costruita da Mani Pulite e scomparsa da ogni radar [...] Dopo le Torri Gemelle anche il cittadino più distratto ha cominciato a sentire di nuovo il bisogno di competenza, a desiderare di sentir ragionare. Non così il ceto politico [...] è stato un bel giorno quando ho cominciato a ricomparire nei radar e a essere invitato in televisione. Ha infranto l’embargo Michele Santoro che ha il gusto della provocazione e sapeva che io stavo con la testa alta a osservare il mond [...] Quando sono stato ridotto a una non persona, ho ritrovato il gusto dello studio. Ho scelto la demografia storica, perché le popolazioni sono il cuore di tutti i movimenti . Per andare in profondità ho diviso il mondo in sezioni geografiche sempre più piccole. Ora ce l’ho quasi tutto sui polpastrelli. un lavoro serio, fatto nelle biblioteche più importanti del mondo, a Mosca, a Pechino. [...] Ormai non c’è nessuno in buona fede che non ammetta che Mani Pulite è stata un’operazione inventata e gestita dal Partito comunista. [...] Mi sono sempre piaciute le donne. Non ho mai avuto quelle pulsioni omosessuali che ora vanno di moda. La verità è che provocavo un’invidia terrificante[...] fui io a insistere perché Craxi presentasse il partito di Occhetto all’Internazionale socialista. Non so se fu una buona idea, ma ora rivoglio indietro il favore, a costo di stare a oltranza nella neve”» (Stefania Rossini, ”L’Espresso” 7/10/2004).