Varie, 22 febbraio 2002
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DEPARDIEU Gérard
DEPARDIEU Gérard Parigi (Francia) 27 dicembre 1948. Attore • «’Il regalo francese al cinema mondiale”, dissero fin dal 1974 ai tempi dei Santissimi di Bertrand Blier che lo lanciò mentre ”Time” gli dedicò una copertina dal titolo ”One-man Nouvelle Vague’ (La nouvelle vague in un solo uomo). Nel 1991 ottiene la nomination all’Oscar per Cyrano che gli aveva già regalato la Palma d’oro a Cannes. il suo capolavoro: il fisico animalesco di Depardieu sposa l’ottocentesco testo in versi di Edmond Rostand. L’attore francese trionfa in tutto il mondo. unico. Ha la presenza scenica di una grande star cinematografica, l’appeal di un sex symbol e insieme la raffinatezza di un attore di teatro europeo. Negli Stati Uniti tutti giurano che ha già in tasca la statuetta. I magazine si scatenano a raccontare l’incredibile vita del ragazzo povero, figlio di sottoproletari, con padre analfabeta perennemente ubriaco e madre perennemente incinta, che scappa di casa a otto anni, fa ogni tipo di mestiere, trova la sua vocazione e conquista Hollywood. Una bella favola dove l’epico ”self made man americano’ si unisce al fascino della cultura letteraria europea. Storia perfetta per commuovere il pubblico e la giuria dell’’Academy Awards. Ma Gérard straripa: nel raccontare a un giornalista la sua infanzia infelice dice, nel suo malfermo inglese, di aver assistito a uno stupro quando aveva solo nove anni. Il giornalista capisce male. Traduce ”assistere’ con ”partecipare” e nell’America puritana si scatena un putiferio che mobilita associazioni di madri e femministe. Depardieu perde l’Oscar. Colmo dell’umiliazione è vedere al posto del suo passionale e poetico Cyrano, l’affettato e dissanguato Jeremy Irons in una delle sue interpretazioni più monocordi: Il mistero Von Bulow. Poco male, ormai è ai vertici. Ha comunque conquistato la scena americana. Tra i pochissimi attori europei non anglofoni a ottenere ruoli da protagonista nei block buster delle major: dalle commedie (Green card di Peter Weir) ai kolossal dove Ridley Scott gli affida il ruolo di Cristoforo Colombo in 1492 - La scoperta del paradiso (un mezzo flop) e Randall Wallace quello del corpulento Porthos nella Maschera di ferro accanto ad altri moschettieri di Hollywood: John Malkovich, Jeremy Irons, Gabriel Byrne più Leonardo DiCaprio nel ruolo del re. Solo Depardieu (come appunto Gérard Philipe) è capace di ruoli tanto epici e virtuosismi cappa e spada, nonostante la statura, i cento chili e passa, il fisico da gigante gallico. Un corpo tanto eccessivo e straripante che poteva inchiodarlo a restare per sempre un caratterista. Ma è un corpo corretto da uno sguardo lieve e intenso, da una leggerezza nei gesti e da una magica naturalezza che gli permette ogni ruolo. Fin troppi forse: Cyrano, Colombo, il politico e tormentato Danton, l’egoista e borioso Auguste Rodin, il pirotecnico maestro di cerimonie che conquista il Re Sole (Vatel) e poi, in tv, Edmond Dantès-Conte di Montecristo, il ministro Fouché nella fiction su Napoleone e un Jan Valjean talmente perfetto in tv nei Miserabili da distruggere per sempre la versione cinematografica e il volto irlandese di Liam Neeson più adatto a Dickens che a Hugo, nonché perplesso e fuori parte dall’inizio alla fine del film. A teatro è stato persino Napoleone. E Dio solo sa come abbia fatto a entrare nei panni del brevilineo e scattante imperatore. Miracoli da grande attore. Tanto bravo da spaventare più famosi colleghi. ”Non se ne parla nemmeno di riprendere il suo personaggio”, dichiarò Tom Cruise rifiutando il ruolo di Martin Guerre nel remake hollywoodiano Sommersby, ”quando l’ho visto ho capito che mi era impossibile recitare altrettanto bene”. Tom Cruise ha avuto fiuto, e Richard Gere che invece accettò la parte non fece la più bella figura della sua vita. Perché Depardieu è ”bigger than life’: nel cibo (ha aperto un ristorante per buongustai a Parigi ”La Fontaine Gaillon”, l’unico dove trovare il culatello di Parma), nelle corse in motocicletta (che gli hanno procurato più di un incidente), nelle malattie (un’operazione al cuore, quattro by pass), negli amori (una moglie Elizabeth Guignot da cui ha avuto due figli, una relazione extraconiugale con la modella Karine Sallas da cui è nata Roxanne più la rottura del matrimonio e [...] attuale Carole Bouquet). Ma nel lavoro Depardieu è addirittura bulimico. [...]» (Alessandra Mammì, ”L’Espresso” 13/11/2003).