22 febbraio 2002
Tags : Kemal Dervis
Dervis Kemal
• . Nato ad Istanbul (Turchia) il 10 gennaio 1949. Politico. Ministro dell’Economia turco. «L’uomo che vuol salvare la Turchia dalla bancarotta non è soltanto intelligente e capace. anche simpatico. Dicono che si sia divertito un mondo leggendo i ritratti che i giornali gli hanno dedicato, frugando nel suo passato e in quello dei suoi avi. Nel 19° secolo, il bisnonno, Dervis bey, si trovò in una situazione non molto diversa da quella che oggi deve affrontare il pronipote. Gli chiesero di salvare le esauste finanze dell’impero ottomano. Purtroppo fallì, e il suo insuccesso fu punito con la condanna a morte. Che fu eseguita. Il superministro dell’economia Kemal Dervis, chiamato al capezzale della repubblica fondata da Ataturk, ci scherza sopra. Sa ovviamente di non rischiare la pena capitale, ma nella titanica impresa che ha accettato dovrà investire per intero la propria credibilità. Per adesso è riuscito a conquistare la fiducia della gente, con un linguaggio chiaro, a volte brutale. Se vogliamo ricostruire, ha detto, dovremo fare dei sacrifici pesanti, ”come hanno fatto altri, prima di noi”. Se Dervis decidesse di fondare un partito, metà del Paese sarebbe al suo fianco, anche se il superministro, ex vicepresidente della Banca mondiale, rappresenta proprio quei ”poteri forti” che l’altra metà della Turchia, legata al clientelismo e alla burocrazia statale, rifiuta. Al timone della disastrata economia turca lo ha chiamato proprio il primo ministro Bulent Ecevit, il vecchio leader di cui molti chiedono le dimissioni. Si erano conosciuti negli anni ’70 perché il padre di Kemal Dervis, uno degli uomini più ricchi di Istanbul, era legato da una solida amicizia alla famiglia della moglie di Ecevit, Rahsah. L’allora giovane e brillante studioso, laureato alla London School of Economics, era anche un idealista, e il leader della sinistra democratica lo voleva al suo fianco. Dervis accettò soltanto un ruolo di occasionale consigliere. Sognava un futuro da accademico e amava lo sport. Una volta si mise in testa di battere il record di velocità di sci acquatico. Si è sposato due volte. La seconda moglie, Katherine, è una bella signora americana, innamorata del marito e del suo Paese. Al quale, Dervis, nonostante la carriera lo abbia tenuto lontano dalle insidie politiche turche, è sempre stato pronto ad offrire aiuto, pur respingendo ostinatamente le continue offerte di un incarico politico, prima e dopo il colpo di stato militare: da parte di Ecevit e di Turgut Ozal. [...] Il superministro non ha ricette magiche. Non ha proposto terapie rivoluzionarie. Ha soltanto chiesto che si faccia ciò non è mai stato fatto. Una vigorosa politica di privatizzazioni (Turkish Airlines, Turkish Telekom), e la possibilità di sottrarre all’avidità clientelare dei politici almeno tre banche statali: Ziraat, Halk e Emlak. Al parlamento, senza tanti giri di parole, Dervis ha chiesto di approvare ”15 leggi in 15 giorni”.[...]» (Antonio Ferrari, ”Corriere della Sera” 20/4/2001).