Varie, 22 febbraio 2002
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DE SIO Teresa Napoli 3 novembre 1955 (1952?). Cantante. Autrice. Si è avvicinata alla musica popolare dopo avere assistito a un concerto di Joan Baez a Roma, quando aveva 15 anni
DE SIO Teresa Napoli 3 novembre 1955 (1952?). Cantante. Autrice. Si è avvicinata alla musica popolare dopo avere assistito a un concerto di Joan Baez a Roma, quando aveva 15 anni. Ha cominciato come cantante nel gruppo Musicanova di Eugenio Bennato. Dopo alcuni successi nei primi Anni 80 (Voglia ”e turna’, Marzo, Aumm aumm), si dedica alla sperimentazione con Brian Eno. Collaborerà poi con Fabrizio De André, Ivano Fossati, Giovanni Lindo Ferretti. Di recente si è data all’esplorazione di sonorità etniche, su tutte la musica popolare dell’area pugliese. Un libero cercare, del 1995, è ritenuto uno dei suoi dischi più compiuti. Metti il diavolo a ballare (Einaudi, pp. 198, e16) è il suo primo romanzo • « certamente una delle voci più interessanti del vasto movimento di rinnovamento che negli anni Ottanta ha agitato le acque della canzone partenopea, in verità da tempo un po’ stagnanti. La carriera professionistica inzia nel 1976 all’interno del gruppo Musicanova di Eugenio Bennato e prosegue poi con brillanti incisioni a suo nome, come gli album Sulla terra sulla luna (1980), Teresa De Sio (1982, contenente Aumm aumm e Voglia ”e turnà, forse la sua canzone più celebre), Tre (1983), Sindarella Suite (1988). In possesso di buone potenzialità vocali e di un intelligente gusto interpretativo, si è sempre adoperata per schiudere alla canzone napoletana nuovi orizzonti, apertura, che, si badi bene, viene effettuata dall’interno di una tradizione conosciuta, condivisa e mai rinnegata» (Dizionario della Musica Italiana – La canzone, Augusto Pasquali, Newton&Compton 1997). «Una dei grandi nomi della nostra canzone [...] ”Ho iniziato a cantare, più di venti anni fa, con Musica Nova che conduceva la sua ricerca tanto sulla canzone napoletana come su quella pugliese. [...] Sono stata fortunata perchè ho seguito un doppio cammino. Studiavo antropologia culturale con Annabella Rossi che mi ha schiuso la porta della conoscenza facendomi conoscere i saggi di De Martino. Nello stesso tempo facevo anche ricerche sul campo e cominciavo a cantare perchè avevo una buona voce. Mi è capitato così di avviarmi verso quella che si chiama etno-musicologia. [...] Mi pare che molti dei suoni che ci circondano finiscano per essere inquinanti. Il mondo, almeno esteriormente, ci assomiglia sempre meno. Secondo me è il momento di fare le nostre scelte, rivendicare le nostre ragioni, non abbassare la guardia. Io lo faccio a modo mio, proponendo vecchie musiche che a me appaiono come pietre capaci di splendere di luce propria» (Simonetta Robiony, ”La Stampa” 19/3/2004).