varie, 22 febbraio 2002
DI CAPRI Peppino
DI CAPRI Peppino (Giuseppe Faiella). Nato a Capri (Napoli) il 27 luglio 1939. Cantante. «Padre spirituale di un rinnovamento: con lui la canzone napoletana indossò la minigonna, e le sue Malattia e Voce ’e notte fecero rabbrividire i puristi. Vennero poi infiniti successi melodici in italiano, e arrivò anche lo stallo creativo» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 18/3/2001). «Gli occhi strizzati, le spalle contratte, una smorfia sulla bocca. E quell’inconfondibile voce nasale che canta di ”malattie” e peccati che tali non sono, di ”twist a Saint-Tropez” e ”ammori” veramente infelici [...] ”Avevo quattro anni e suonavo il pianoforte per le truppe che avevano a Capri il quartiere generale. In una foto mi si vede con Clark, mentre suono seduto su una cassetta di birra [...] Andavo a orecchio, cercavo di riprodurre i ritmi americani che sentivo nell’aria. E mi facevo qualche liretta, anzi Am-lira: andavo in giro con mia sorella Margherita di tre anni più grande (lei era la manager) e mi esibivo per gli americani. Solo a sei anni ho cominciato a prendere lezioni di pianoforte da una maestra tedesca [...] Pochi anni dopo avevo già il mio gruppo: lavoravamo al Number two, un locale di Capri che esiste ancora. Quando l’insegnante tedesca lo scoprì interruppe le lezioni. Pazienza: c’era Mario Perrone, pianista ufficiale del Number Two, grande maestro di piano bar [...] Ho cominciato a cantare a 15 anni, solo per sostituire il cantante che aveva dato forfait perché gli era morta la nonna. Fu un successo: il povero cantante non riebbe più il suo posto. Non so da dove mi sia uscita questa voce nasale, ma credo che cominciai per imitazione: il mio idolo era Don Marino Barreto jr., che cantava un po’ così, anche se molto meglio di me [...] Fu a ischia, nel 1958, al night ’O grangio fellone (il granchio fellone), che diventammo l’attrazione dell’isola. Ischia era molto mondana, ci venivano in vacanza attori, registi, gente dello spettacolo che impazzivano per noi e per Baby Gate, le novità di quell’estate. Che stagione! Mina, alias Baby Gate cantava al Moresco: chi finiva prima andava a sentire l’altro. Poi, tutti insieme con i rispettivi musicisti, via a svegliare i ristoratori del porto per un piatto di spaghetti [...] una sera arrivò una telefonata dalla Carish che ci convocava a Milano per un disco di prova. Era il 1958. ”Mettete su una decina di pezzi-campione” ci dissero. E noi incidemmo i nostri cavalli di battaglia: soprattutto vecchie canzoni napoletane che avevo ascoltato da mia madre e rielaborato con sonorità più moderne, rockeggianti, terzinate. Ci diedero 50 mila lire a canzone, il che, essendo noi in cinque (Bebé Falconieri alla batteria, Mario Cenci alla chitarra, Pino Amenta al basso, Gabriele Varano al sax e io al piano), significava 10 mila lire a testa [...] ero un buon arrangiatore ma un mediocre compositore. Un Ferragosto Ugo Calise mi chiamò e mi disse ’Sciocchi’ (sciocchino), t’aggia fa’ senti’ ’na cosa’. Era Nun è peccato. La cantammo la sera stessa a Ischia e fu da subito un grande successo. Malatia è di Armando Romeo, grande chitarrista, compositore di colonne sonore. [...] era nata in inglese (One kiss away from heaven) per il film La diga sul Pacifico con Silvana Mangano” [...]» (Valeria Gandus, ”Panorama” 27711/2003).