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 2002  febbraio 22 Venerdì calendario

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DI MATTEO Roberto Schaffausen (Svizzera) 29 maggio 1970. Ex calciatore. Di Lazio, Chelsea e nazionale italiana (34 presenze), si ritirò a soli 31 anni per un grave infortunio. Allenatore del West Bromwich, nel 2010 l’ha condotto alla promozione in Premier League • «A chiamarlo nella capitale inglese era stato l’olandese Ruud Gullit, che nel 1996 era l’allenatore del Chelsea. Per strapparlo alla Lazio l’ex milanista battè il record di spesa del Chelsea, 4,9 milioni di sterline, oltre 8 milioni di euro. Era l’estate dell’Europeo giocato in Inghilterra, con l’Italia di Sacchi malamente eliminata dopo tre partite. Ma fu l’estate del boom del made in Italy, e che segnò la prima ondata di emigrazione di calciatori italiani all’estero: in Inghilterra, oltre a Di Matteo, arrivarono Gianluca Vialli, sempre al Chelsea, Festa e Ravanelli al Middlesbrough, Carbone allo Sheffield Wednesday. Paolo Di Canio finì in Scozia, al Celtic di Glasgow. In autunno Gullit prese anche Zola. […] Di Matteo ha lasciato il segno sulle due vittorie più prestigiose del Chelsea: a Wembley, nel 1997 e nel 2000, battendo il Middlesbrough e l’Aston Villa nella finale della Coppa d’Inghilterra. Di Matteo ha segnato in entrambe le occasioni, nella prima finale dopo appena 43 secondi dal fischio di inizio, un record di rapidità tuttora imbattuto. Era partito dalla Svizzera, percorrendo a ritroso la strada che i suoi genitori avevano battuto negli anni Sessanta. Dall’Abruzzo a Schaffausen, in cerca di lavoro. Di Matteo comincia con la squadra della città, e nel ”93 vince il campionato svizzero con l’Aarau, una sorpresa. Alla Lazio arriva la segnalazione, e Di Matteo approda alla corte di Cragnotti, Zoff e Zeman. A centrocampo c’è Winter, e ogni tanto Gascoigne. Davanti Signori, Boksic e Casiraghi. Quarto posto, a sei punti dal Milan campione. All’inizio della seconda stagione italiana, Di Matteo arriva in nazionale, chiamato da Sacchi. Ci resta quasi quattro anni: al mondiale del ”98 Cesare Maldini gli preferisce Di Biagio. Una mezz’oretta con il Camerun al posto di Albertini ha chiuso la sua carriera internazionale» (Filippo Maria Ricci, ”Corriere della Sera” 20/2/2002).