Varie, 22 febbraio 2002
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DiStefano Alfredo
• Buenos Aires (Argentina) 4 luglio 1926. Ex calciatore. Pallone d’Oro nel 1957 e nel 1959, secondo nel 1956 (dietro Stanley Matthews). Con il Real Madrid vinse cinque coppe dei Campioni consecutive (dal 1955 al 1960), perdendo in finale nel 1961/62 (contro il Benfica) e nel 1963/64 (contro l’Inter) • «Prima che gli olandesi inventassero e propagandassero il calcio totale, un inarrivabile fuoriclasse, Alfredo Di Stefano, aveva già imposto la figura del calciatore totale, formidabile e determinante in ogni zona del campo. Alfredo Di Stefano nasce nel rione Barracas di Buenos Aires il 4 luglio del 1926 da genitori emigranti italiani. Si avvicina al calcio grazie al padre, discreto giocatore del River Plate. I suoi primi passi nella squadra del barrio Barracas lo impongono subito all’attenzione generale. La gente lo chiamava “Milenita”, un diminuitivo di Milena, all’epoca un favoloso centromediano del River. Entra anche Di Stefano nel River Plate come ala destra della quarta squadra, ma in pochi mesi si trova a fianco dei campioni dell’epoca. Passa una stagione all’Huracan, che gli offre ottime condizioni economiche, e quando ritorna al River, a diciotto anni, è già un titolare inamovibile. Nel 1947, a 21 anni, fa parte della nazionale argentina che vince a Guayaquil la coppa America. Per l’economia argentina sono anni difficili e il giovane Di Stefano pensa di mettere a miglior frutto il suo talento accettando le sensazionali offerte del Millionarios, un club colombiano che rimane fuori dell’ambito della Fifa. È in Colombia che lo raggiungono le offerte milionarie del Real Madrid e del Barcellona. Il ruolo di fuorilegge non piace più a Di Stefano, per tutti la “saeta rubia”, la freccia bionda. La lotta fra i due più potenti club di Spagna è accanita e persino grottesca; il Barcellona si accorda con il River Plate, al tempo proprietario del cartellino secondo le regole della Fifa; il Real Madrid tratta direttamente con i colombiani. La federazione spagnola, con il benestare del Ministero dello Sport, adotta una soluzione improponibile: Di Stefano giocherà una stagione con il Barcellona e una con il Real. I catalani, che ritengono di essere nel giusto, rifiutano la decisione della Federazione e così Di Stefano si lega indissolubilmente al Real Madrid. Così Di Stefano sbarcò in Europa dopo aver segnato 267 gol in 292 partite in Colombia. Non sarebbe stato possibile per il Real Madrid vincere cinque coppe dei Campioni consecutive senza Alfredo Di Stefano. Santiago Bernabeu, padre padrone del Real Madrid, fa di lui il perno della squadra. Chi si adattava al suo gioco, trovava posto e gloria; chi, anche grandissimo, entrava in conflitto con Di Stefano, non aveva scampo. Fu così che Didì, il grande regista del Brasile campione del Mondo nel 1958 e 1962, fu costretto a scappare mentre per Gento, Kopa e Puskas fu gloria eterna. Negli 11 anni di permanenza al Real Madrid, Di Stefano giocò 642 partite, realizzò 405 gol (227 solo nella Liga) e vinse 8 campionati, una coppa di Spagna, 5 coppe dei Campioni, una coppa Intercontinentale, cinque titoli di capocannoniere del campionato spagnolo. [...] ha segnato 49 gol in coppa dei Campioni ma più che altro ha segnato almeno un gol in tutte le cinque finali vittoriose che ha disputato. Giocatore universale non soltanto per le sue caratteristiche tecniche (centravanti di movimento, goleador, rifinitore), ma anche per le molte bandiere sotto le quali ha militato. [...] ha indossato la maglia di tre nazionali: Argentina, Colombia e Spagna» (Luca Marianantoni, gazzetta.it dicembre 2004).