Varie, 22 febbraio 2002
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Dillon Matt
• New Rochelle (Stati Uniti) 18 febbraio 1964. Attore • «[...] il ragazzino inquieto e sognatore di tante storie, da Piccoli guerrieri a Rusty il selvaggio, che non perdeva innocenza neanche perso nella droga come in Drugstore cowboy [...]» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 31/12/2004) • «Esploso con I ragazzi della 56esima strada e Rusty il selvaggio nei primi anni 80, Dillon ha impresso una strana traiettoria alla sua carriera: a parte il grunge Drugstore Cowboy di Gus Van Sant (1989) e la commedia Tutti pazzi per Mary (1998), l’attore americano ha preferito tenere un profilo basso nel corso degli [...]» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 2/6/2005) • « nato due anni dopo Tom Cruise, ma la carriera di Matt Dillon, classe 1964, l’adolescente di Over the Edge, del quale negli anni Ottanta le ragazzine attaccavano in camera le fotografie come se fosse un novello James Dean, ha avuto un percorso diverso. Alti e bassi, crisi di identità. ”E il tentativo di sfuggire all’immagine di me stesso eterno quindicenne: era la mia età quando fui imposto con tutte le future star in I ragazzi della 56ª strada e Rusty il selvaggio di Coppola. I miei fiori all’occhiello e le mie prigioni. Nel frattempo sono diventato un uomo ma Hollywood continuava a vedermi, con la sua vampiresca fame di sangue fresco, come un poster per teenager. Mi ha aiutato il tossico di Drugstore cowboy di Van Sant, ma neppure il successo della commedia Tutti pazzi per Mary ha cancellato l’immagine di un tempo. Sono diventato più selettivo e, dopo aver girato il mio film d’autore sulla Cambogia City of Ghost, la vera svolta. Poi mi sono concesso uno sberleffo al ragazzo che ero stato, in Herbie-Il super Maggiolino, un super flop”. [...] a 41 anni, è arrivata la consacrazione della nomination agli Oscar per Crash. [...] ”C’è stato un tempo in cui, per uscire dall’immagine di eterno ragazzo, accettavo ogni ruolo maledetto: da serial killer a schizofrenico. Sono passato attraverso una serie di fiaschi, che mi hanno incoraggiato a lasciarmi alle spalle l’immagine da star dei teen. Ci sono attori della mia generazione che non sanno rinunciare a questa immagine. Si tingono i capelli, cercano partner giovanissime: io spero di avere presto i capelli tutti bianchi”. I suoi amici della stessa generazione, sono i creativi Kevin Bacon [...] Robert Downey jr., Timothy Hutton, Ethan Hawke. Vorrebbe lavorare diretto da Sean Penn. [...] ”Non ho la grazia di Mastroianni e la fantasia di Fellini, ma Otto e 1/2 è uno dei miei film preferiti. [...] Noi attori vogliamo sempre e comunque piacere a tutti. Morire in un film drammatico è facile, far ridere in una commedia è arduo [...]”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 7/2/2006) • «Lavorai con Coppola in I ragazzi della 56esima strada e in Rusty il selvaggio. Avevo già interpretato altri film, ma il lavoro con Coppola è stato determinante. Subito dopo mi sono iscritto all’Actor’s Studio» (’la Repubblica” 12/9/2002) • «Amo le sfide, mi piace lavorare in condizioni difficili, godo di buona salute, ho molte energie e sono abbastanza giovane per tirarle. E mi piace lavorare sodo: una mia fantasia è avere in casa una festa con amici che si divertono e io nella stanza accanto che lavoro [...] Mi piacciono gli autori che raccontano storie, John Ford, Samuel Fuller, Carol Reed, John Huston, poi ho avuto la fortuna di lavorare con registi grandi come Coppola o Gus Van Sant, qualcosa mi è rimasto. [...] Fellini per me è il più grande di tutti. Nel 1985 mi hanno chiesto di venire a Roma per promuovere Flamingo kid, ho accettato solo perché volevo conoscere Fellini, ma sembrava impossibile. Un giorno insieme all´autista abbiamo affittato due motorini e, girando per la città, abbiamo visto i camper del cinema: da una grande nebbia appare Fellini! Stava girando Ginger e Fred. Mi ha abbracciato, Matt! Matt! E mi ha invitato a pranzo nel suo ufficio a Cinecittà il giorno dopo. Ci sono andato: un ricordo indimenticabile, un dono prezioso» (Maria Pia Fusco, ”la Repubblica” 4/6/2003).