varie, 22 febbraio 2002
DINDO
DINDO Enrico Torino 16 marzo 1965. Violoncellista. Vincitore della VI edizione del Concorso Rostropovich di Parigi, Premio Abbiati per il Duemila, «strettamente avvinto alle pareti di sesto grado della musica d´ogni autore e continente», ospite di tutte le più famose orchestre d’Italia, Francia, Russia, Austria, Germania, Inghilterra, Lituania, Stati Uniti, Spagna, Olanda, «Mstislav Rostropovich e Enrico Dindo: il ”grande vecchio” del concertismo mondiale [...] e il discepolo torinese [...] accomunato al maestro da un persorso comune. Li divide soltanto un dato anagrafico, temporale, ma la strada maestra che conduce alla musica di tre secoli fa e a quella contemporanea, è uguale. Stessa passione, stesso amore, stessa ricerca per la ”musica per violoncello”, quella che induceva Rostropovich a incontrare i compositori russi ”davanti a un bicchiere di Vodka” e a rimproverarli: ”scrivete musica sublime e dimenticate che esiste il violoncello”. A Milano, presidente onorario della neonata ”I solisti di Pavia” (l’orchestra nasce per volontà dell’Associazione culturale ”I quattro cavalieri”, creata dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia, dal Teatro Fraschini, dal Comune di Pavia e dal violoncellista Enrico Dindo, che sarà anche direttore artistico) torna sui suoi passi e osserva: ”Dindo sta ripercorrendo la strada che ho fatto io, incontra, magari davanti a un buon bicchiere di Barolo, i giovani compositori europei e italiani che sono bravissimi, e chiede loro di scrivere musica nuova. Il pensiero è identico, manca soltanto la Vodka, ma il Barolo non può essere da meno”. [...] Enrico Dindo, ”il signore torinese del violoncello”, [...] grazie anche all’amicizia di Mstislav Rostropovic, s’è tuffato nell’avventura de ”I Solisti di Pavia”, associazione che ha sede nello storico teatro ”I Quattro Cavalieri” di Pavia, fondato da quattro nobili pavesi nel 1773 e intitolato al tenore Gaetano Fraschini nel 1869. [...] Rostropovich: ”’Che differenza c’è tra New York e Pavia? A New York i palazzi sono soltanto più alti [...] Io non guardo mai le dimensioni delle città, ma la cultura degli uomini, e Dindo, credetemi, è musicista colto che sostiene la ricerca musicale”» (Armando Caruso, ”La Stampa” 10/12/2001).