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 2002  febbraio 22 Venerdì calendario

DINI Donatella

DINI Donatella (Donatella Pasquali) Pozzaglio (Cremona) 18 ottobre 1942. Moglie di Lamberto (che la chiama “Ape laboriosa”). «Un’intraprendente provinciale che si è realizzata con due sapienti matrimoni. Papà Pasquali era medico condotto, la mamma campionessa di pattini a rotelle. A Vescovado dove vivevano, nei pressi di Cremona, c’era da morire di noia. Il bisogno di evasione arrivò presto. Dopo i corsi dalle orsoline a Milano, la ragazza gira il mondo come accompagnatrice sportiva. Nell’ambiente l’ha introdotta l’olimpionico Livio Berruti. Impara le lingue, anche un po’ di giapponese. Questa chicca la mette in luce in una ricerca di personale dell’immobiliarista Renzo Zingone. L’uomo ha una trentina di anni più di lei, quattro figli, ha costruito un quartiere a Milano e una new town presso Bergamo, Zingonia. L’incontro è galeotto. Prima delle nozze nascono due marmocchi [...] Per la femmina non c’è pietà e la chiamano Zingonia; il maschio, Cesare. Come imprenditore Zingone compra società con l’acqua alla gola, esporta oro e soldi, si fa nemici. A un certo punto non è più aria. Tra l’altro, in Italia imperversano le Brigate rosse e Zingone, uomo di destra, si sente nel mirino. Nel 1976 la coppia vola in Costa Rica, dove aveva dirottato i capitali. Il matrimonio si celebra in Messico nel ‘77. Zingone si lega alle grandi famiglie centroamericane, ai governanti di turno, diventa un personaggio potente. Donatella assimila e quando Renzo muore, nell’84, è pronta a succedergli. Eredita tutto, ma la prima famiglia del marito si oppone. Si parla di testamenti scritti e riscritti negli ultimi mesi. [...] Appena vedova, arriva Lamberto Dini. Non è una bellezza, ma è direttore generale di Bankitalia, separato, una figlia. Lei passa dai suoi floridi 85 chili alla silhouette odierna, al prezzo di diete con svenimenti. I neoconiugi istituiscono l’uso di parlare inglese per non farsi capire dalla servitù. Abitano in uno sterminato appartamento della Banca d’Italia, a Fontanella Borghese, nel centro di Roma; affitto, 10 milioni al mese. Weekend a Scandicci, in Toscana, nella leggendaria villa Torrigiani, acquistata a suo tempo da Zingone. Come raccomandano i codici, c’è un legame di mutuo soccorso tra gli sposi. Lei passa per la musa politica del marito. È l’ispiratrice del suo partito, Rinnovamento italiano, e ne presiede l’associazione culturale, Paradigma, che ha sede alla porta accanto di Zeta communication. Coltiva i rapporti politico-mondani. Alla vigilia delle elezioni del 1996 volle recuperare l’amicizia di Gianfranco Fini, inviperito con Lamberto per il ribaltone dell’anno prima. Chiese di incontrarlo a Elvina Pallavicini, decana della nobiltà capitolina e vicina ad An. La principessa li invitò a palazzo. Fini disse chiaro che non gli piaceva l’idea che Dini facesse un proprio partito concorrente del Polo. Donatella garantì che il marito non ci pensava proprio. La pace fu stretta sotto gli occhi della nobildonna. Tre giorni dopo nasceva Rinnovamento. L’intollerabile inganno fu punito dalla principessa con l’ostracismo perpetuo della Dini dai salotti della nobiltà nera. A questo azzoppamento mondano si è aggiunto [...] l’analogo decreto di Franca Ciampi, che ha escluso Donatella dalle signore habituè del Quirinale. È dai tempi di Bankitalia che i Ciampi e i Dini sono come Capuleti e Montecchi. [...]» (Giancarlo Perna, “Panorama” 6/4/2000).