Varie, 22 febbraio 2002
DOMINGO
DOMINGO Placido Madrid (Spagna) 21 gennaio 1941. Tenore • «Musicista appassionato e avido d’esperienze, oltre che massimo emblema di una figura sempre più ricercata e rara, quella del Grande Tenore» (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 2/8/2004) • «La madre e il padre erano stimati interpreti di zarzuela, e lui, sin da quando era bambino ha respirato l’atmosfera appassionata e brillante dell’opera spagnola, un genere molto popolare che il cantante ha frequentato in patria e negli Stati Uniti accanto ai suoi impegni nel melodramma» (Paola Zonca, ”la Repubblica” 17/6/2003) • «Da tempo ha smesso di essere solo un tenore, sebbene continui a essere giustamente considerato da molta critica il migliore (unanime il giudizio se si parla di certi ruoli come Otello o Manrico). Domingo è uomo di musica a 360 gradi, quando legge le note da interprete e quando da direttore d’orchestra; quando pensa ai cartelloni dei due teatri che dirige e quando sceglie cosa incidere e perché. [...] Insomma, non si sta in scena da numero uno per più di trent’anni se non si ha con la musica un rapporto preferenziale, se non la si è amata, e studiata, e sudata, e sentita. Domingo sa suonare il pianoforte, ha studiato composizione, direzione; la sua bravura da tenore nasce anche dall’avere in mano l’insieme: la sua parte dentro il tutto dell’opera. per questo che la capisce meglio di tanti suoi colleghi. [...] ama la Spagna quasi più del Messico, dove ha vissuto da quando aveva 8 anni. cresciuto a paella e zarzuela, la musica cantata dai suoi genitori, entrambi artisti. [...]» (Stefania Berbenni, ”Panorama” 20/12/2001).