Varie, 22 febbraio 2002
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Donati Danilo
• Suzzara (Mantova) 1926, Roma 1 dicembre 2001. Scenografo. Costumista • «[...] l’erede della tradizione di Visconti, un autentico ”nemico” degli effetti speciali all’americana [...] Con due premi Oscar, due David di Donatello e tre Nastri d’argento ha legato il suo nome all’età d’oro del nostro cinema. Collaborò con Luchino Visconti, Pier Paolo Pasolini, Franco Zeffirelli (Giulietta e Romeo gli valse l’Oscar nel 1969) e Federico Fellini (la Venezia ricostruita a Cinecittà del Casanova nel 1976 gli portò la seconda statuetta). Diplomato all’accademia romana di Belle arti, agli inizi della carriera, negli anni Cinquanta, si impegnò nelle sfide teatrali e operistiche di Visconti. del 1954 l’esordio nella Vestale di Spontini, l’anno dopo firmerà con l’amico Luchino una memorabile Traviata, interpretata da Maria Callas. Al cinema approdò con Mario Monicelli (La grande guerra, 1959), poi ci fu il lungo e proficuo sodalizio con Pier Paolo Pasolini, collaborò a quasi tutti i suoi film dal 1964 (Il Vangelo secondo Matteo, Nastro d’argento di quell’anno) al 1975 (Salò o le 120 giornate di Sodoma), passando attraverso Uccellacci, uccellini, Decameron e Edipo re. La sua impronta si vedrà nitida nei film di Zeffirelli La bisbetica domata (Nastro d’argento 1967) e Fratello Sole, sorella Luna (1971). L’estro si svilupperà in alcuni tra i più celebri film di Fellini: Satyricon (1969), I clowns (1970), Amarcord (1974) Ginger e Fred (David di Donatello nel 1986) e Intervista (1987). Per Alberto Lattuada collaborò nella Mandragola (1965). Con Roberto Benigni alle scenografie e ai costumi di Il mostro (1994) e La vita è bella (1997); lavorò per Roberto Faenza a Marianna Ucria (David di Donatello 1997). Il suo segno si evidenzia nel Francesco-Mickey Rourke di Liliana Cavani (1988), come nello sceneggiato Rai Nostromo (1996) e nella Jerusalem verdiana di Ermanno Olmi (2000). Negli Usa ricreò mondi fantastici per Flash Gordon di Michael Hodges (1980). Infine, da personaggio eclettico qual era, quest’anno aveva sorpreso con il suo romanzo Coprifuoco: tra i finalisti dello Strega» (Leandro Palestini, ”la Repubblica” 3/12/2001). «Il processo creativo - ripeteva - nasce dal più grande rigore e dalla più grande diffidenza verso la fantasia. Gli effetti speciali non mi piacciono. Se fosse per me, si chiamerebbero ”difetti speciali”» (Roberta Bottari, ”Il Messaggero” 3/12/2001).