Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  febbraio 22 Venerdì calendario

Douglas Kirk

• (Issur Danielovitch Demsk). Nato a Amsterdam (Stati Uniti) il 9 dicembre 1916. Attore. «Spartacus. [...] Famosi occhi technicolor con cui ha stregato Kim Novak e Lana Turner. [...] Una carriera strepitosa ma non allineata ai comandamenti di Hollywood. Che infatti gli ha concesso, dopo tre candidature, soltanto un Oscar alla carriera nel ’96, dopo la malattia, con 3.000 fans plaudenti e i 4 figli in prima fila. [...] ”Nell’Asso nella manica, alle mie paure di essere troppo cattivo, Billy Wilder rispondeva: ’Non preoccuparti. Nel cinema di oggi non si parla più della gente, c’è troppa violenza: una volta per uccidere bastava una pallottola, oggi ci vuole la mitragliatrice’”. [...] ”Famiglia ebrea russa: sono nato Issur Danielovitch Demsky, nome da ballerino, ma sono venuto alla luce in America, lì ho fatto il cameriere, ho studiato, ho sfondato recitando gratis Pietà per i giusti di Wyler [...] Dopo avere recitato il ruolo di Van Gogh, ho collezionato opere di Chagall, Braque, Miró, poi vendute per investire nei parchi gioco abbandonati dei bambini e per i malati di Alzheimer [...] Odio gli effetti speciali che hanno rovinato il cinema di oggi e anche la vita quotidiana in cui per me la tecnologia è un serio ostacolo: non uso il cellulare, né voglio guidare un’auto che parla [...] I film sono come figli, ma io amo più di tutti un piccolo western moderno del ’61, Solo sotto le stell, in cui finivo a cavallo nel traffico: non l’ha visto nessuno. Sono affezionato al grande Kubrick. Venne da me giovane e, sconosciuto, mi mostrò Rapina a mano armata e facemmo, in pieno maccartismo, Orizzonti di gloria. Poi Spartacus, scritto da Dalton Trumbo, grande artista umiliato, incarcerato e disoccupato perché nella lista nera del senatore McCarthy, di cui mi onoro d’avere fatto parte. C’era il problema dello pseudonimo, e dopo una notte insonne decidemmo di metter la sua vera firma. Quando Trumbo mi ringraziò, io, Spartacus, scoppiai a piangere”» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 15/2/2001).