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 2002  febbraio 22 Venerdì calendario

DOYLE Roddy Dublino (Irlanda) 8 maggio 1958. Scrittore • «Scrittore che non delude mai (Bella famiglia!, Paddy Clarke ah ah ah!, Due sulla strada) e che rende benissimo al cinema) perché il suo modo di raccontare le vicende quotidiane corrisponde perfettamente a ciò che il linguaggio cinematografico sa rendere meglio: i fatti di ogni giorno [

DOYLE Roddy Dublino (Irlanda) 8 maggio 1958. Scrittore • «Scrittore che non delude mai (Bella famiglia!, Paddy Clarke ah ah ah!, Due sulla strada) e che rende benissimo al cinema) perché il suo modo di raccontare le vicende quotidiane corrisponde perfettamente a ciò che il linguaggio cinematografico sa rendere meglio: i fatti di ogni giorno [...] Il talento di Doyle eccelle nei dialoghi. [...]» (Antonio D’Orrico, ”Sette” n. 17/1998) • «S’incontrarono la prima volta per il ballo dell’ultimo dell’anno al Tennis Club di Templeogue: era il 1947, Rory Doyle aveva ventiquattro anni, Ita Bolger ventidue. Lui era abbastanza sbronzo, ”tre o quattro bicchieri di rum giamaicano”. ”Notai quella ragazza – ricorda ”. In un primo momento pensai che fossero due o tre, ma poi riuscii a mettere a fuoco lo sguardo... Le chiesi di ballare”. E lei commenta: ”La terra non tremò. Non che fosse esattamente sbronzo, ma ci mancava poco. Non mi piacque neanche un po’”. Le grandi storie d’amore cominciano spesso così e quasi sempre sono quelle destinate a durare di più. Come quella dei genitori dello scrittore Roddy Doyle, il popolarissimo creatore della saga di Barrytown (I Commitments, Bella famiglia! (The Snapper), Due sulla stradq (The Van) e di altri romanzi di grande successo – Paddy Clarke ah ah ah! e La donna che sbatteva nelle porte – che hanno fatto da apripista alla nuova ondata di scrittori irlandesi di questi ultimi quindici anni. Sposatisi nel 1951, Rory e Ita Doyle hanno quattro figli, due femmine e due maschi ( Roddy, nato nel ”58, è il terzo). Rory faceva il tipografo, lavorava all’’Irish Independent” (fra i refusi che rammenta, il più bello è quello che uscì sul necrologio di un ministro presbiteriano, pianto da ”tre sorelle e due bordelli”, brothels al posto di brothers), lei era impiegata, ma con la prima figlia avrebbe lasciato il lavoro. Oggi, tanti anni dopo, vivono ancora nella casa di Kilbarrack che comprarono con un mutuo al momento del matrimonio; la zona, un tempo all’estrema periferia di Dublino, è divenuta un quartiere residenziale. [...] La famiglia Doyle era molto politicizzata, molti avevano militato nell’Ira. Ma quando nascono Rory e Ita la stagione delle insurrezioni e della guerra civile è già storia passata: nel 1921 viene formato lo Stato libero d’Irlanda (con esclusione dell’Ulster). [...] Qualche anno fa cominciai a pensare che fosse urgente fissare i ricordi dei miei genitori prima che fosse troppo tardi. I miei figli stavano crescendo, così mi decisi a registrare le voci di papà e mamma. Insomma, tutto è nato come per un album di famiglia. Andavo a casa dai miei – pochi anni fa mi sono trasferito non lontano da loro – e registravo per due ore. Poi tornavo a casa, riascoltavo, trascrivevo. Se c’era qualcosa che non mi tornava, andavo subito a chiederglielo. L’editing, insomma, lo facevo giorno per giorno. E fin dall’inizio avevo scelto di seguire nelle registrazioni un ordine cronologico. [...] La condizione che avevo posto subito era di sentirli separatamente. Poi, quando ho fatto leggere loro i capitoli del libro, ognuno dei due ha potuto esprimere i dubbi sulla versione dell’altro; e le osservazioni, le correzioni di Rory e Ita ora si trovano nelle note a pie’ di pagina. [...] ggi a Dublino trovi ogni tipo di cibo e di ristoranti. Ma prima non era così. Mia madre ricorda che la prima pizza la mangiò in Italia nel 1974: non è mica un secolo fa! Oggi, ogni tre negozi a Dublino c’è una pizzeria. Quanto poi al viaggiare, alle vacanze all’estero, anche questo è il segno di un grande cambiamento. Sì, certo, c’è il benessere, eccetera. Ma è cambiata soprattutto la mentalità: nella prima metà del secolo l’Irlanda voleva mantenersi un’isola chiusa ai rapporti con l’esterno, voleva preservare la sua purezza. Dagli anni 70 questo non c’è più, l’ingresso nella Ue è servito molto: si va all’estero e la gente di altri Paesi viene a vivere qui”» (Ranieri Polese, ”la Repubblica” 20/9/2003).