Varie, 22 febbraio 2002
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Dunst Kirsten
• Point Pleasant (Stati Uniti) 30 aprile 1982. Attrice • «Le prime avvisaglie si ebbero con Il giardino delle vergini suicide, in cui recita uno dei ruoli tragici del titolo. La sorpresa si rinnovò con la satira sulle ragazze pon-pon Bring it on stillante sessualità adolescenziale. [...] divenuta famosa come bambina diabolica accanto a Tom Cruise e Brad Pitt in Intervista col vampiro, è capace di escursioni nel dark come, se non meglio di Christina Ricci, l’altra celebre “child-star” che ha compiuto con successo il suo rito di passaggio - da bambina a teenager a donna - di fronte ai nostri occhi. [...] a tre anni appariva già nei commercial, a sei in tv e l’anno successivo, l’89, recitava con Woody Allen (New York Stories). La vera svolta arriva nel ’94, con Intervista col vampiro [...]» (Silvia Bizio, “L’Espresso” 6/9/2001). «Kiki, come la chiamano gli amici, è sulla bocca di tutti, dal momento che ha fatto suo il ruolo femminile in Spiderman [...] un corpo flessuoso e lo sguardo carico di implicazioni. [...] il ruolo di Mary Jane Watson, fidanzata dell’Uomo Ragno, Kirsten l’ha soffiato [...] a Kate Hudson, sua principale concorrente. E la sua interpretazione è un capolavoro di sfumature, vuoi per l’eccitante chimica che stabilisce con Tobey Maguire/Spiderman, sia per gli ammiccamenti di cui dissemina ogni battuta. Il futuro è suo: a patto non sbagli le prossime mosse [...]» (Stefano Pistolini, “L’Espresso” 6/6/2002) • «Gli occhi sono troppo piccoli, le labbra piuttosto sottili, la faccia facciosa, i denti irregolarmente infantili, il naso un po’ a patata, il colorito eccessivamente pallido e, per dirla tutta, le narici generose lasciano trasparire a tratti un’aria porcina. Eppure [...] è il nuovo giocattolo che fa impazzire Hollywood [...] la capacità di scegliere è una delle sue grandi qualità. Chi credeva che aver rifiutato la parte che poi andò a Mena Suvari in American Beauty (peraltro motivandola con argomentazioni non banali: “Quando lessi il copione avevo 15 anni e non ero abbastanza matura per capirlo. Non volevo baciare Kevin Spacey. E poi, sdraiarmi nuda in mezzo ai petali di rose... Andiamo!”) fosse stato un errore deve riconoscere che invece la ragazza, snobbando Angela, ha fatto la cosa giusta. Ha cominciato la carriera a tre anni con la pubblicità [...] A undici anni aveva già baciato e liquidato Brad Pitt (“Lui mi considerava una specie di sorellina minore e mi trattava di conseguenza. Per me è stato come baciare mio fratello maggiore: un po’ rozzo e aveva pure le labbra secche”) e messo in crisi Tom Cruise (che, più diplomatico di lei, si diceva colpito dalla sua maturità e la descriveva come una con “l’esperienza di un’attrice di 35 anni in un corpo di bambina”). [...] Un pragmatismo certo ereditato dalla mamma Inex, una ex gallerista consapevole da sempre di quanto dialettico e fertile il rapporto tra arte e mercato possa essere. [...] “Mia mamma non ha mai dovuto gridare e non mi ha mai detto quello che dovevo fare. Se si ha un buon rapporto con i propri figli, questi ti rispettano a sufficienza da non essere ribelli... Non sono mai stata chiusa in casa per punizione in tutta la mia vita, non ho mai assunto droghe e non ho mai fumato neanche una sigaretta”. [...] Novella Jodie Foster, nel cui mito è cresciuta [...] ha imparato anche a lasciare senza parole la mamma. Dopo averle visto interpretare la sua prima scena di sesso le chiese: “Kiki, ma chi ti ha insegnato a fare quella faccia?”» (Stefania Ulivi, “Sette” n. 26/2002).