25 febbraio 2002
A. Maria Antonietta, di anni 29. Romena, quattro anni fa giunse in Italia per far l’entraineuse nei locali di provincia
A. Maria Antonietta, di anni 29. Romena, quattro anni fa giunse in Italia per far l’entraineuse nei locali di provincia. Una sera, durante una tournée molisana conobbe Racalbuto Massimo, di anni 45, origini siciliane, elettricista e piccolo imprenditore. Lui, subito preso, le chiese di andare a vivere insieme. Lei accettò. Un anno dopo partorì un figlio. Inquieta e annoiata, appena possibile riprese a far la ballerina: lavorava tutta la notte, la mattina tornava in casa col vestito elegante che le spuntava dal cappotto, salutava a malapena i vicini, poi il convivente che portava il figlio all’asilo. Il Racalbuto le chiedeva di sposarlo e smettere di far la smorfiosa nei locali notturni. Lei rispondeva sempre di no. Lunedì, dopo aver accompagnato il bimbo a scuola, le chiese ancora di diventare sua moglie. Lei disse ancora no. Esasperato dall’ennesimo rifiuto, il Racalbuto la strangolò, forse con una corda, forse con mani guantate. Poi la insaccò con l’abito nuziale che aveva comprato pochi giorni prima, le drappeggiò il velo per coprire i segni blu sulla gola. Fece la valigia, prelevò il figlio, fece un giro in macchina, poi telefonò ai carabinieri: «Ho strangolato mia moglie». In una palazzina a tre piani appena fuori dal centro storico di Tuoro sul Trasimeno, Perugia.