25 febbraio 2002
Qualcosa di sinistra "E finalmente qualcosa di sinistra l’ha detta lui, Nanni Moretti, prendendo a sorpresa la parola al termine della manifestazione dell´Ulivo dedicata alla giustizia
Qualcosa di sinistra "E finalmente qualcosa di sinistra l’ha detta lui, Nanni Moretti, prendendo a sorpresa la parola al termine della manifestazione dell´Ulivo dedicata alla giustizia. Conclusione peggiore alla peggior settimana del centrosinistra non si poteva immaginare: dopo le polemiche feroci sulla mancata designazione di D´Alema alla Convenzione europea, e dopo un faticoso vertice che ha deciso di prorogare di qualche mese la leadership di Rutelli in attesa di non si sa bene che cosa, il regista più amato dalla sinistra ha detto, più o meno, che se ne devono andare tutti a casa, che ”con questi dirigenti” non si vincerà mai, e che bisogna ritrovare un accordo con Bertinotti e con Di Pietro. La folla ha applaudito, D’Alema se ne è andato, Rutelli e Fassino non hanno nascosto una profonda irritazione. Difficile dar torto a Moretti, visto il grado di autolesionismo raggiunto dal ceto politico ulivista, impegnato in una guerra intestina senza fine e senza fini; ma più difficile ancora dargli ragione. Perché le ”cose di sinistra” dette ieri da Moretti tradiscono l´illusione un poco arrogante che l´intellettuale disponga di una verità inattingibile e a lui solo rivelata, mentre ad una lettura meno emotiva non si discostano di molto dalle chiacchiere che ci si scambia al bar. Che le cose non vadano bene, a sinistra, lo sanno proprio tutti: più utile sarebbe indicare una via d’uscita, avanzare una proposta, uscire per un istante dal circo mediatico e interrogarsi su che cosa passa per la testa degli italiani. Meno utile, e certo più facile, accusare l’Ulivo di troppa ”timidezza” e, magari, guardare alla spensierata kermesse di Porto Alegre come al luogo della vagheggiata rinascita. La politica purtroppo, almeno finché ci sarà il suffragio universale, deve fare i conti con la realtà. bene sentire cos´ha da dire Nanni Moretti, ma forse non è il caso di prestargli ascolto" (Fabrizio Rondolino). Fabrizio Rondolino su La Stampa del 03/02/02 a pagina 1.