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 2002  febbraio 25 Lunedì calendario

Edwards Blake

• Tulsa (Stati Uniti) 26 luglio 1922, Santa Monica (Stati Uniti) 16 dicembre 2010. Regista. Oscar alla carriera nel 2004 • «Ha scritto e diretto capolavori del cinema comico e brillante come La pantera rosa (e i suoi seguiti) e Hollywood Party, classici come Colazione da Tiffany, 10, La grande corsa, ma non ha mai ricevuto una candidatura all´Oscar, fatta eccezione una come sceneggiatore per Victor Victoria (1982), da lui anche diretto, protagonisti la moglie Julie Andrews e Raoul Julia. Blake, nativo di Tulsa, in Oklahoma, ha invece ricevuto numerosi premi da altre associazioni, è stato acclamato, studiato, applaudito, ha “inventato’ Peter Sellers come icona comica, ma è stato sempre ignorato dall´Academy of Motion Picture Arts and Sciences. [...] Si dice che soffra da vent´anni di "sindrome da fatica cronica", ma lui nega [...]. “Non sono pappa e ciccia con quelli dell´industria del cinema, e certe scelte si pagano” dice. “Non ho mai pensato agli Oscar e tantomeno di vincerne uno, anche se un paio di volte ho creduto di meritare la candidatura come regista o per il film. Ma l´ho sempre presa con filosofia. Non è successo, amen. Ho avuto bei riconoscimenti e una vita stupenda”. [...] Edwards, che diresse Sellers anche nel classico Hollywood Party (1968), in cui un inetto attore indiano viene invitato per sbaglio a una festa di un mega-produttore e finisce per distruggergli la villa, confessa che molte delle gag orchestrate con Sellers erano improvvisate. “Le riprese di Hollywood Party iniziarono addirittura senza un copione: avevamo solo un canovaccio. Il film era stato concepito per essere muto, con brusio e suoni di sottofondo, come faceva Jacques Tati. Voleva essere un tributo alle grandi commedie dell´epoca del muto, e solo Sellers sapeva come gestire quel tipo di comicità. Presto, però, ci rendemmo conto che per far capire bene il suo personaggio si doveva udire il suo accento indiano, e le battute vennero improvvisate quasi tutte. Oggi non s´improvvisa più niente: calcolano anche quante volte sbatti le palpebre”» (Silvia Bizio, “la Repubblica” 7/1/2004).