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 2002  febbraio 25 Lunedì calendario

ELKANN

ELKANN Alain New York (Stati Uniti) 23 marzo 1950. Giornalista. Della ”Stampa”. Ex marito di Margherita Agnelli, primogenita dell’avvocato. Padre di Ginevra, John e Lapo. In attesa di divorzio da Rosi Greco • «Si definisce un beduino. E non è un caso che la sua dimora ideale sarebbe il deserto ”dove ognuno può inventare la sua pista, lasciare il suo segno” [...] Suo padre Jean Paul Elkann è stato il rabbino di Parigi e presidente della Givenchy, sua madre, Carla Ovazza, discende da una stirpe torinese di banchieri. [...] molte critiche. ” troppo bello, è troppo ricco, troppo imparentato” [...]» (Romana Liuzzo, ”Il Venerdì” 24/7/2006) • «[...] Madre dalla vicenda non comune quella di Alain Elkann: primogenita di una ricca famiglia dell’alta borghesia ebraica di Torino (il padre era proprietario della banca Vitta Ovazza), a sedici anni è costretta ad abbandonare l’Italia con genitori e sorella a causa delle leggi razziali. Si rifugiano a New York e lì la giovane Carla incontra Jean-Paul Elkann, finanziere di origine polacca, uomo di grande e raffinata bellezza, futuro presidente della comunità ebraica di Parigi. Nel 1950 nasce Alain, ma il matrimonio naufraga di lì a poco. Separatasi, Carla Ovazza torna a Torino. dove nel ”58 sposa l’ingegnere Guido Barba Navaretti. [...] ”Invece di due genitori, io ne ho avuti quattro [...] Sono stato tutta la vita un ospite nelle due case dei miei genitori: a Torino, dalla mamma, a Parigi dal papà” [...] Due case, due stili, due lingue: l’italiano per la madre, il francese per il padre. ”Veramente le lingue erano tre. In famiglia serpeggiava un esperanto, l’inglese. Tutti lo parlavano, ma non tutti parlavano il francese o l’italiano [...] Mia madre suonava il violino, come mia nonna, mentre il nonno era un bravo pianista. Frequentavamo i concerti, la musica classica faceva parte della nostra vita. Altra passione, i romanzi, mentre mio padre preferiva l’arte, la storia e l’economia. Mia madre era amica di Primo Levi, conosceva bene Giorgio Bassani, Natalia Ginzburg” [...]» (Stefania Ulivi, ”Sette” n. 49/1999). Famoso per le sue interviste (anche in tv). «Sono solo un tramite fra il personaggio e lo spettatore: la mia tecnica è quella di sparire […] Le cose nella vita accadono per caso. Nel 1990 incontrai Moravia per scrivere ”Vita di Moravia. Dopo quella biografia-intervista venni chiamato a Tmc e, poi, alla ”Stampa” per realizzare interviste. Ma ogni incontro è episodio a sé: le regole cambiano in funzione del mezzo, della lunghezza e, ovviamente, del personaggio» (A. Laf., ”Corriere della Sera” 23/2/2003) • « il migliore ha detto di lui Gaetano Afeltra. ”Parla poco e lascia parlare”. garbato, per Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera. ”Riesce a descrivere i personaggi con domande avvolgenti più efficaci di domande dirette”. [...] piace ai direttori dei giornali. E agli intervistati. ”Fare l’intervistatore è un mestiere speciale”, sostiene lui, scrittore che ha piegato la penna al giornalismo (’non leggevo i giornali, le notizie non mi interessavano”) [...] Questione di stile (’lascio che la gente dica quello che vuole, che s’inventi il personaggio che si è costruito”), di metodo (’adopero sempre quadernetti azzurri svizzeri”), di fedeltà (’la mia intervista è la dettatura precisa di tutto quello che ho chiesto e di tutto quello che mi viene risposto” [...]» (Luisa Pronzato, ”TvSette” n. 1/2001) • «Padve del nipote pvediletto della Fiat. Il caso - che di vado ne combina una giusta - pvima gli dà come genitvice la discendente dei banchievi tovinesi Ovazza; poi gli tvova come moglie la Mavghevita degli Agnelli. Non pev molto, è vevo, giusto il tempo di metteve al mondo qualche evede degli Agnelli, degli Elkann, degli Ovazza. Dopo questa fatica è m da solo: fa la gavetta ed è tanto bvavo che gli viene offevto di scviveve pev la Stampa, tutta del suocevo, lunghe intevviste domenicali che a Gigi Mavzullo gli fa una pippa, e di pubblicave, pev la Bompiani, un bel po’ del suocevo, libvi come I soldi devono vestave in famiglia, che dimostvano come il giovane Alain abbia capito della vita se non altvo i due, tve concetti fondamentali. Nonostante il suocevo non possieda una televisione, il sempve giovane Alain diventa una colonna di Telemontecavlo (che puve vovvebbe somigliave alla Vai e a Mediaset), dove tiene una vubvica con Montanelli. Il venevando giovnalista, ogni volta che Alain lo chiama, si giva intovno, guavda il camevamen e non capisce chi sia ”Indvo”, ma pev educazione visponde lo stesso. Telemontecavlo poi tvasmett anche il ”Caffè della domenica”, consigliato pev digevive le lunghe intevviste domenicali sulla ”Stampa”» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 10/10/1998).