Varie, 25 febbraio 2002
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Eno Brian
• (Brian Peter Baptiste St. George de la Salle Eno) Woodbridge (Gran Bretagna) 5 maggio 1948. Musicista, fondatore dei Roxy Music. «[...] l’artista con più sale in zucca (calva) della storia della musica degli ultimi cinquant’anni. Esordì nel 1971 con rimmel, fondotinta e piume di pavone con i Roxy Music. Era geniale con i suoi sintetizzatori in quel contesto rock, ma non si sentiva tagliato per la musica dei grandi numeri e se ne andò dopo due capolavori per diventare un professore di musica minimale e un inventore di ”sound landscapes”, paesaggi sonori. [...] Senza la musica ”ambient” che ha inventato, Bowie non avrebbe messo a fuoco la leggendaria trilogia berlinese (Low, Heroes e Lodger), i Talking Heads non sarebbero diventati eroi postpunk, gli U2 non avrebbero mai trovato il suono giusto per diventare la più potente rock band del pianeta. E Moby farebbe il gelataio a Little Italy. [...]» (Giuseppe Videtti, ”la Repubblica” 14/6/2005). «Come nessun altro musicista, è rimasto a rappresentare i sogni che la sua generazione ha calpestato rincorrendo il futuro; i sogni di una natura e di un’umanità ”umane” che sappiano - utilizzando la tecnologia - scalfire e addirittura annullare il rumore del nostro vivere affannato e smemorato, per riappropriarsi di un’essenza andata perduta e ormai rintracciabile soltanto in piccoli interstizi, pause, silenzi scippati al caos quotidiano. ”Musica non invasiva”, dice lui. una visione pessimista del presente, che però guarda illuministicamente al futuro: costruendo sempre nuovi ”non spazi” - talvolta più rigorosi, talvolta allietati come negli attuali concerti addirittura dal canto, in una visione più spensieratamente pop - questa specie di Mago Merlino dei suoni ha finito per rimanere in vent’anni una figura unica, fedele in qualche modo al maestro Cage, ben separata dai molti che sono saliti sul carro dell’ambient music, svillaneggiandola e banalizzandola a colpi di wha-wha sulle tastiere elettroniche. Altri però sono intanto andati oltre, hanno incorporato la lezione di Eno nel frenetico fluire della cultura dance e della techno; e sono diventati i Chemical Brothers, i Fatboy Slim, il Moby star di oggi (anche se il secondo disco 18 non fa gridare al miracolo). Su questa strada l’ormai cinquantaquattrenne Brian pare proprio non voglia avventurarsi, gli basta evidentemente integrare il proprio mondo peculiare con le collaborazioni illustri (come con gli U2) che più lo stimolano» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 26/5/2002).