Varie, 25 febbraio 2002
Tags : Hans Enzensberger
Enzensberger Hans
• Magnus Kaufbeuren (Germania) 11 novembre 1929. Figura simbolo dell’intellighenzia tedesca, letterato eclettico, maestro di paradossi e di etica • «Nei primi anni di scuola, che furono un orrore tanto erano noiosi e impositivi, mi imbattei in un professore di matematica che era stato un grande fisico durante la guerra e che in seguito restò disoccupato perché gli istituti di ricerca furono svuotati. Mi fece amare quella disciplina. Naturalmente non sono un grande matematico, ma ho il fiuto della matematica. La gente non si rende conto del fatto che nel passato c´è stata un´esplosione di creatività proprio nel campo delle matematiche. [...] Non sono un teologo e neppure un filosofo. Sono un bricoleur, privo di punti di vista sistematici. Non mi do le spiegazioni che la filosofia ha tentato di dare [...] Le filosofie sono mortalmente esclusive, stavo per dire noiose, ma la parola giusta è esclusive. Non è possibile essere wittegensteiniano e heideggeriano allo stesso tempo. Non funziona, si escludono. Mentre in letteratura questo non si dà. In letteratura c´è maggiore convivenza. Uno può ammirare Dante e allo stesso tempo professarsi ateo. [...] In letteratura non esiste l´ultima parola, ci saranno sempre altre parole. Quello che un bricoleur come me può fare è utilizzare la filosofia. [...] Le parole spesso oscure della grande tradizione mistica hanno una dignità straordinaria. Ma quando l´oscurità dello scrivere, e del parlare, diventa una moda, una cosa per cui se tu non capisci allora ti sto dando la prova che io sono più intelligente di te, mi sorge il sospetto che dietro si nasconda il bluff. La verità è che gli epigoni di questi maestri del pensiero oscuro non sanno di che cosa stanno parlando [...] Avevo sei anni quando Hitler andò al potere, quindi prescinderei dalla politica che allora non capivo. Quello che ricordo è l´insofferenza e il fastidio che provavo per tutta una serie di piccole imposizioni. E debbo fare uno sforzo per capire quelli che si sono entusiasmati per tutto questo [...] Per molto tempo ho avuto difficoltà a capire. Non riuscivo a credere che un popolo si fosse lasciato assoggettare in quella maniera. Ogni anno mi capitava di vedere Hitler che veniva a Norimberga e non provavo assolutamente nulla. Invece per la gran parte di coloro che partecipavano alle manifestazioni c´era l´illusione di avere abolito la distanza. Ma il punto è perché un popolo accetta tutto questo? [...] Va distinta la persona dallo scrittore. Io ammiro Brecht più come poeta che drammaturgo. Però guai a incontrarlo. Si sentiva un classico, e lo era. Lo potevi ammirare. E si può considerare mostruoso che uno venga legittimato solo perché è un classico. La verità è che la gran parte degli scrittori non sono fatti di buona pasta. [...] Soprattutto quando sei un giovane scrittore è molto pericoloso frequentare i mostri sacri. Devi coltivare la tua distanza. Prendi da loro, sfrutta quello che scrivono ma non lasciarti coinvolgere. Questo è fra l´altro il motivo per cui non ho mai voluto frequentare Brecht. C´è l´esempio di Goethe: ha distrutto tutti quelli che gli sono stati vicini [...] Ho fatto un libretto per giovani del nostro ginnasio. Si intitola Se la poesia dà sui nervi, piccolo corso per lettori stressati. Gli studenti sono obbligati a scuola a leggere testi e poi a dare interpretazioni obbligate. Ho cercato di spiegare che la poesia non è quella che loro leggono, che si può trattare in un altro modo. Ecco, ho cercato di salvare la poesia dalla scuola» (Antonio Gnoli. ”la Repubblica” 29/8/2003).