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 2002  febbraio 25 Lunedì calendario

Falcomat Italo

• . Nato a Reggio Calabria l’8 ottobre 1943, morto a Reggio Calabria l’11 dicembre 2001. «Ha sperato, ha lottato, ha sofferto in silenzio per cinque mesi. E in silenzio se n’è andato, il sindaco del riscatto di Reggio Calabria, il più popolare e amato dalla gente, il più votato. La notizia della morte rimbalza da Roma, la città l’apprende e ammutolisce. Ricoverato da luglio nella Divisione di Ematologia degli Ospedali Riuniti di Reggio (fu lui stesso ad annunciare con una drammatica lettera alla sua gente in cui manifestava tutte le speranze, le debolezze e le umane paure, di avere una forma acuta di leucemia contro la quale intendeva lottare con tutte le proprie forze), dopo una fugace apparizione pubblica con i vistosi segni della malattia, due settimane fa si era sottoposto a un trapianto di midollo osseo donatogli dal fratello. Il quadro clinico che dopo il trapianto sembrava incoraggiante si è però improvvisamente aggravato per una complicazione renale. E gli occhi tristi del sindaco diessino, che si è battuto per ripristinare la legalità nella città dei clan mafiosi e della malapolitica si sono chiusi per sempre, presenti la moglie e i tre figli. Autorità e semplici cittadini nella notte raggiungono l’ospedale per esternare solidarietà ai familiari. Da Fassino, Veltroni e Mussi arrivano le prime espressioni di cordoglio. Ed è un duro colpo per Reggio che ricorda le sue ferme e serene battaglie culturali, politiche e amministrative contro la mafia che lo ha minacciato più volte costringendolo a muoversi con la scorta, i poteri forti e in difesa dei diritti civili. Storico e docente nelle scuole superiori e all’università, non era un politico di professione, pur avendo militato prima nel Pci e poi nel Pds e nei Ds. Era sindaco di Reggio dal 1992. Rieletto nel 1997 al primo turno con una percentuale bulgara, i reggini gli avevano confermato una fiducia plebiscitaria nel maggio 2001 quando invece alle politiche l’Ulivo subì una sonora sconfitta. Non è stato un periodo facile quello che ha vissuto come primo cittadino di Reggio. A parte le minacce e gli attentati della mafia che a un certo momento (’Non ho il diritto di mettere a rischio la mia famiglia”, spiegò) lo avevano indotto a dimettersi, spesso si è sentito isolato e abbandonato dal proprio partito nelle sue battaglie politiche. Tanto da annunciare nel 2001 la definitiva rinuncia a qualsiasi candidatura, cosa che non significava però l’abbandono della politica. Le pressioni di Walter Veltroni, segretario ds e suo amico personale, e quelli di altri esponenti nazionali della Quercia, tra cui Marco Minniti, lo avevano indotto a desistere dal proposito e a candidarsi ancora alla guida della città, sbaragliando l’avversario del Polo. La leucemia ha trionfato» (Pantaleone Sergi, ”la Repubblica” 12/12/2001).