varie, 25 febbraio 2002
FALK
FALK Rossella (Rossella Falzacappa) Roma 10 novembre 1926. Attrice • «Io provengo dalla scuola di Visconti, non appartengo alle generazioni di attori da fiction: sono impreparati ma raggiungono notorietà. Incredibilmente, perché le fiction tv sono indegne. Il ricambio generazionale va bene, ma manca professionalità. Salvo la Parietti e la Koll, ma se vedessi sul palco un Taricone mi ritirerei. Se che accadrà» (’Corriere della Sera” 4/2/2001). «Il mondo dello spettacolo non lo fanno, per fortuna, veline, talk show e fiction tv. Lo fanno gli artigiani della scena: attori, artisti, compagnie che lasciano un segno, un gusto, uno stile. Tra le più celebri della nostra storia, la Compagnia dei Giovani - Giorgio De Lullo, Romolo Valli e Rossella Falk - è stata, nella seconda metà del secolo scorso, uno dei modelli più appassionati e vivaci di teatro. [...] le raffinate regie, la recitazione sobria, la curiosità nella scelta dei testi, suscita languori, perché dopo i ”Giovani”, il teatro italiano, almeno quello tradizionale, delle compagnie di giro, è andato avanti più sfrontato, più vacuo. Ma quegli anni vivi e onesti li ricorda oggi con attenzione fanciullesca e militante, perfino lontana dalla sua proverbiale, aristocratica impenetrabilità [...] ”De Lullo lo avevo incontrato per caso. Era con un amico comune, in strada. Piazza Mazzini a Roma. Giorgio, gran seduttore, mi squadrò e disse: ’Venga all’Accademia’. Perché? gli risposi io. ’Perché lì sono tutte racchie. Lei è bella’. Punta nella vanità, ci andai. Fui ammessa, divenni attrice. Fu dopo, nella primavera del ’54, che pensammo di dar vita a una compagnia che poi la critica chiamò dei Giovani. Sennonché De Lullo e Valli lavoravano al Piccolo di Milano, erano in tournée in Sudamerica. Mi lasciarono sola a preparare tutto, con Remigio Paone, il nostro impresario, un napoletano pieno di fantasia, senza il quale non saremmo nati”. Il 24 dicembre del 1954 quando con il Lorenzaccio di De Musset diretto da Squarzina fa il suo esordio in palcoscenico, l’avventurosa compagnia di quasi debuttanti doveva farsi largo tra l’imperio creativo di due grandi come Strehler e Visconti e l’iperattivo provincialismo delle compagnie di giro. Calamitarono altri giovani: Buazzelli che non resterà a lungo, Anna Maria Guarnieri che condividerà con i Giovani otto anni, Elsa Albani e Ferruccio De Ceresa, poi Luca Ronconi, Umberto Orsini, Carlo Giuffrè, Pier Luigi Pizzi per le scene, Patroni Griffi che nascerà qui come autore, e più avanti anche due grandi come Stoppa e Morelli. ”Quanto a noi tre, eravamo ben amalgamati. De Lullo, che divenne regista perché non c’erano i soldi per pagarne uno esterno, era il poeta della compagnia, un pensatore. Valli, era il nostro Paolo Grassi, organizzatore, preciso, un uomo di estrema cultura e una memoria di ferro. Io? Io ero una che non pensava ma arrivava alle cose per intuizione, e Romolo si arrabbiava. ’Come fai ad arrivarci subito alle cose?’, mi diceva”. Fu l’amicizia, l’intelligenza, il rispetto ma soprattutto l´umiltà reciproca a tenere legati tre artisti così. ”Per vent’anni nessuno di noi ha mai tentato di primeggiare. Perfino con la Bugiarda che Diego Fabbri scrisse per me, avevamo pensato solo al pubblico e al piacere del pubblico”. La compagnia si sciolse nel ’74 per motivi economici. ”Si navigava nei debiti. Eravamo dei privati che facevano lavoro da teatro stabile pubblico. Non ce lo riconobbero mai. Nel ’72 chiedevamo dallo Stato un aiuto, una casa per fermarci. Avevamo 40 commedie in repertorio. Invece la politica ci lasciò soli. E per noi il teatro costava troppo. Forse Valli e io eravamo anche diventati troppo importanti per adattarci ancora alle esigenze della Compagnia...”. Si lasciarono con garbo. Non disuniti, ma da amici. Valli morirà in un incidente nell’80, De Lullo l’anno dopo. Rossella Falk dice: ”Non rimpiango nulla. Siamo stati felici” [...]» (Anna Bandettini, ”la Repubblica” 28/12/2004).