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 2002  febbraio 25 Lunedì calendario

FALQUI

FALQUI Antonello Roma 6 novembre 1925. Regista • «[...] Il regista che ha fatto la storia del varietà italiano, firmando tra gli altri Il Musichiere, Studio Uno, Canzonissima, fino a Al Paradise [...] Dicono che [...] sia stato un po’ dittatore... ”Sono un perfezionista, odio tutto ciò che è casuale. Se hai a che fare con 50-60 persone devi fare un po’ il dittatore, se no lo spettacolo diventa bolgia. Per un balletto facevamo giorni di prove. I varietà erano eleganti. Ho cominciato questo lavoro sognando Fred Astaire”. Erano spettacoli costosi: è per questo che la Rai li chiuse? ”Non ero spendaccione, rispettavo i budget dell’epoca. Certo, la Rai di Bernabei ci faceva viaggiare per il mondo, ma è così che portavamo a casa Lola Falana o le gemelle Kessler. No, i varietà sono scomparsi con l’avvento della Fininvest. Per la Rai è cominciata la corsa al ribasso, la colpa è in buona parte di Silvio Berlusconi [...] Berlusconi editore l’ho conosciuto bene. Nell’83 mi offrì 3 miliardi di lire per fare 2 varietà l’anno e la supervisione sulle tre reti per l’intrattenimento. Mi sembrava un capoufficina, teso a inzeppare di spot gli show. Le interruzioni pubblicitarie avrebbero ucciso il varietà e io non volevo esserne complice. E per questo odio l’Auditel [...] L’Auditel ha rovinato tutto, gli spettatori sono stati consegnati alla pubblicità. Ma ve l’immaginate la Canzonisssima di Scala, Panelli e Manfredi misurata dall´Auditel? No, meglio l’indice di gradimento: con le telefonate si capiva che il pubblico gradiva Mina e Alberto Lupo a Teatro 10. Oggi, chi accende su Domenica in viene contato dall’Auditel per 6 ore, ma c’è chi vede tutto un pomeriggio la Venier? [...] Fiorello è il migliore, anche se la Rai lo sottovaluta. un grande improvvisatore: sa cantare, ballare, intrattenere. Si avvicina a Walter Chiari (che era però più colto e bello). Bonolis? l’uomo senza pause. Vince con i pacchi, ma è insopportabile la sua verbosità (mi urta il ”vecchio conio”) [...] Scotti? simpatico, potrei quasi equipararlo a Mario Riva. Fabio Fazio è bravo, spiritoso, ma non so quanto simpatico. Pippo Baudo? Non è raffinato. Fa bene il ”nazionalpopolare’ ma se ne vergogna [...]” [...]» (Leandro Palestini, ”la Repubblica” 18/4/2005).