Varie, 25 febbraio 2002
Tags : Peter Farrelly
Farrelly Peter
• Phoenixville (Stati Uniti) 17 dicembre 1956. Regista. In coppia con il fratello Bobby. Film: Tutti pazzi per Mary (1998), Io me e Irene (2000), Shallow Hal (2001). «Gli eternamente allegri Bob e Peter Farrelly [...] sono in effetti inseparabili: vivono tuttora vicini uno all’altro nei pressi di Boston (sono cresciuti nella vicina Rhode Island), scrivono insieme i copioni dei loro film, che poi producono, dirigono e montano (spesso litigando), si amano, si odiano, terminano uno la frase dell’altro in un trionfo di inguaribile dipendenza. [...] “Dopo Tutti pazzi per Mary, in cui il personaggio di Cameron Diaz ha una bella relazione col fratello ritardato, molti ci hanno scritto dicendo che i film aveva dato loro l’ispirazione per riavvicinarsi, che so, alla sorella mentalmente ritardata e aveva fatto capire che si poteva fare di più per i meno fortunati [...] Quando La bottega del barbiere (la commedia del 2002 con Ice Cube, ndr) è stato attaccato per aver osato fare battute sui numi tutelari dell’era dei diritti civili, come Martin Luther King o Rosa Parks, ecco, mi è sembrato di aver toccato il fondo del dogmatismo indialettico. Ho chiamato Ice Cube per esprimergli solidarietà. Il ridicolo cancan sorto intorno a quel film dovrebbe essere studiato in ogni università in America come esempio della correttezza politica impazzita [...] Le situazioni comiche nei nostri film attingono dal reale. Le maggior parte delle gag sono ispirate a veri incidenti. Sì, anche quella della zip in Mary... [...] La commedia segue cicli. Negli anni ‘80 c’erano commedie più sofisticate in cui nessuno rischiava più di tanto. Nei primi anni ‘90 si è cominciato a smuovere qualcosa e noi abbiamo fatto Scemo & più scemo (1994) che trasgrediva numerose regole, e poi Tutti pazzi per Mary, che osava davvero molto. Il suo successo ha aperto le porte ad altri autori, che hanno tentato - con varia fortuna e gusto - la stessa strada [...] Ma di certo non abbiamo inventato noi questo tipo di commedia imperniata sull’impaccio fisico e la gag: W.C. Fields e Charlie Chaplin facevano a loro modo la stessa cosa, poi mutata col tempo [...] Un giorno forse tenteremo di fare film ognuno per conto proprio. Ma non ora: finché continueremo a fare questo tipo di commedia non vedo come si potrebbe. Abbiamo imparato a far ridere non guardando film, nel villaggio di Rhode Island dove siamo cresciuti non c’era il cinema, ma facendo battute tra di noi a tavola. Facevamo a gara a chi era più esagerato, a chi riusciva a far ridere di più nostro padre» (Silvia Bizio, “L’espresso” 1/4/2004). Phoenixville (Stati Uniti) 17 dicembre 1956. Regista. In coppia con il fratello Bobby. Film: Tutti pazzi per Mary (1998), Io me e Irene (2000), Shallow Hal (2001). «Gli eternamente allegri Bob e Peter Farrelly [...] sono in effetti inseparabili: vivono tuttora vicini uno all’altro nei pressi di Boston (sono cresciuti nella vicina Rhode Island), scrivono insieme i copioni dei loro film, che poi producono, dirigono e montano (spesso litigando), si amano, si odiano, terminano uno la frase dell’altro in un trionfo di inguaribile dipendenza. [...] “Dopo Tutti pazzi per Mary, in cui il personaggio di Cameron Diaz ha una bella relazione col fratello ritardato, molti ci hanno scritto dicendo che i film aveva dato loro l’ispirazione per riavvicinarsi, che so, alla sorella mentalmente ritardata e aveva fatto capire che si poteva fare di più per i meno fortunati [...] Quando La bottega del barbiere (la commedia del 2002 con Ice Cube, ndr) è stato attaccato per aver osato fare battute sui numi tutelari dell’era dei diritti civili, come Martin Luther King o Rosa Parks, ecco, mi è sembrato di aver toccato il fondo del dogmatismo indialettico. Ho chiamato Ice Cube per esprimergli solidarietà. Il ridicolo cancan sorto intorno a quel film dovrebbe essere studiato in ogni università in America come esempio della correttezza politica impazzita [...] Le situazioni comiche nei nostri film attingono dal reale. Le maggior parte delle gag sono ispirate a veri incidenti. Sì, anche quella della zip in Mary... [...] La commedia segue cicli. Negli anni ‘80 c’erano commedie più sofisticate in cui nessuno rischiava più di tanto. Nei primi anni ‘90 si è cominciato a smuovere qualcosa e noi abbiamo fatto Scemo & più scemo (1994) che trasgrediva numerose regole, e poi Tutti pazzi per Mary, che osava davvero molto. Il suo successo ha aperto le porte ad altri autori, che hanno tentato - con varia fortuna e gusto - la stessa strada [...] Ma di certo non abbiamo inventato noi questo tipo di commedia imperniata sull’impaccio fisico e la gag: W.C. Fields e Charlie Chaplin facevano a loro modo la stessa cosa, poi mutata col tempo [...] Un giorno forse tenteremo di fare film ognuno per conto proprio. Ma non ora: finché continueremo a fare questo tipo di commedia non vedo come si potrebbe. Abbiamo imparato a far ridere non guardando film, nel villaggio di Rhode Island dove siamo cresciuti non c’era il cinema, ma facendo battute tra di noi a tavola. Facevamo a gara a chi era più esagerato, a chi riusciva a far ridere di più nostro padre» (Silvia Bizio, “L’espresso” 1/4/2004).