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 2002  febbraio 25 Lunedì calendario

FeltrinelliSchoenthal Inge

• Essen (Germania) 24 novembre 1930 • «Editrice di Tabucchi, Baricco e Montalban, miti d’oggi del mezzocalzettismo buonista, rappresenta la figura quintessenziale del radical chic meneghino. Il suo intercalare preferito è: “È tutto provinciale. È tutto troppo provinciale”. Tedesca dell’Est, temprata dalle asperità della natura, svezzata come hostess dall’editore amburghese Ledig Rowohlt, dotata d’intelligenza pragmatica orientata esclusivamente all’accumulazione, tanto che ancora oggi, dopo quarant’anni vissuti a Milano, ostenta d’ignorare la lingua italiana, che parla con accento da Fräulein, declinando articoli fasulli (“un piazza Duomo bello”), verbi finti (“non mi disaffecto”), e sostantivi a orecchio (“il pornografer”). È riuscita a fronteggiare le avversità dell’esistenza, prendendo prima il controllo della casa editrice negletta, come un’amante appassita, dal fondatore. E ponendosi poi sotto l’ala protettiva del Pci. Non potendo bloccare l’emorragia di grandi autori, come Günther Grass, Gabriel García Márquez e Mario Vargas Llosa, ha arginato le perdite occupando il centro dell’egemonia culturale della sinistra grazie alla rete capillare di grandi librerie, volute da Giangiacomo sul modello tedesco. Animale da cocktail, simpaticissima e cordialissima, ama l’alcool e i colori sgargianti. Mattatrice del jet set meneghino, s’aggira fra gli interni dell’Aulenti e i progetti del Gregotti, con aria fintamente ubriaca. Il suo punto di forza è stata la sensualità, in compenso ha la risata provinciale. Troppo provinciale» (Pietrangelo Buttafuoco, “Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini” 17/10/1998)) • «Quando sono arrivata nel 1960 Milano era una grande città europea, c’erano Vittorini, Olivetti, duecento gallerie private, il Piccolo Teatro al suo apogeo. Era una città più interessante di qualsiasi città tedesca […] Io lavoro ventiquattro ore su ventiquattro per la casa editrice. Lavoro quando sono alle feste, quando vado alle conferenze, quando viaggio in aereo […] Con tanti scrittori sono grande amica, come ad esempio Nadine Gordimer, Antonio Tabucchi, Isabelle Allende […] sono anche amica di Guenter Grass […] La mia vita mi piace. Guardi: nell’ultima settimana sono stata al Premio Grinzane Cavour a Torino, prima ero a Vienna con Arthur Miller e sua moglie; prima ancora ero ad Amalfi al congresso di sociologia […] Abito tra Milano e il Piemonte, Villadeati […] Vado di tanto in tanto a trovare la mia vecchia madre a Goettingen e vado a trovare i miei amici a Berlino e Amburgo […] Non guardo la televisione e vado a letto alle otto di sera. Sono in ufficio alle nove di mattina; poi faccio una colazione di lavoro, torno in ufficio il pomeriggio, e la sera c’è sempre un pranzo, una mostra o una conferenza […] Credo di essere una persona non triste, abbastanza allegra, divertente, e mi dicono che sono un buon catalizzatore» (Alain Elkann, “La Stampa” 27/6/1999).