Varie, 25 febbraio 2002
FERRETTI
FERRETTI Giancarlo San Bernardino di Lugo (Ravenna) 9 agosto 1941. Ex ciclista (professionista dal 1963 al 1970) ha ottenuto grandi successi come tecnico • «[...] più di 900 corse vinte in ammiraglia dal ”73 al 2005, sergente ferreo che su quattro ruote ha promosso alla vittoria tutto il ciclismo italiano che negli ultimi trent’anni ha contato, da Gimondi a Petacchi, passando per Contini, Baronchelli, Bugno, Bartoli, Bettini, Pozzato. [...]» (Cosimo Cito, ”il manifesto” 28/9/2009) • «Da quasi trent’anni è al volante di un’ammiraglia [...] è uno dei tecnici di ciclismo più apprezzati, in Italia e soprattutto all’estero. Nel ”73 gli fu affidato il compito di dirigere Felice Gimondi, che era stato suo capitano nonché abituale compagno di camera. E da allora ha sempre portato avanti lo stesso discorso: ”Il mio obiettivo è fare un ciclismo che entusiasmi la gente, accontenti gli sponsor, susciti ammirazione negli addetti ai lavori e valorizzi i corridori”. Ha allenato molti campioni italiani: ”Bugno mi ha sorpreso, meravigliato, stupito. Mi sono affezionato moltissimo a lui anche se con me ha vinto poco. Aveva qualità stupende come uomo, era il suo modo di vivere che non mi andava. un personaggio che aveva il diritto di restare nel ciclismo per tutto quello che ha dato. Argentin è stato uno straordinario campione. Quando puntava ad una corsa, se non vinceva arrivava secondo. Come uomo esigeva moltissimo da sé e per conseguenza anche dagli altri. Gimondi? Basta il suo nome: era Gimondi. Rimpianti? Nella mia carriera di direttore sportivo ho vinto tutto tranne due corse, la Parigi-Roubaix ed il Tour de France. Essendo già avanti con l’età, può darsi che la Roubaix la centri, ma per quanto riguarda il Tour temo di smettere senza essere riuscito a conquistare la corsa più bella e più importante del mondo. Darò l’assalto alla Roubaix con Petacchi, a patto che prima vinca una bella classica. Alla Roubaix ci pensa anche Bartoli, che mi fa lo stesso discorso che faceva Argentin: come si fa a chiudere una carriera senza averla mai disputata? Ne riparleremo nel 2003 […] Il peggior affronto è stato del presidente della Federazione che mi ha detto ”deve vergognarsi di essere nel ciclismo. Soggetti come lei rovinano il nostro sport’. Parole che mi hanno ferito molto perché al ciclismo ho dato molto più di lui. L’azione di cui mi vergogno è accaduta in una tappa del Tour. La Once aveva attaccato Indurain maglia gialla che era in difficoltà, Echevarri mi ha chiesto un aiuto ed io non me la sono sentita di negarglielo. Quando però il direttore della Once è venuto a chiedermi ”ma perché lo fai?’ avrei voluto nascondermi nel cofano"» (Gianfranco Josti, ”Corriere della Sera” 20/3/2002).