Varie, 25 febbraio 2002
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Fiennes Joseph
• Salisbury (Gran Bretagna) 27 maggio 1970. Attore. Film: Elizabeth (1998), Martha da legare (1998), Shakespeare in Love (1998). Fratello di Ralph • «Nato in Inghilterra e cresciuto in Irlanda, ”in un ambiente perennemente puzzolente e rumoroso”, è l’ultimo di una famiglia di sette fratelli, quasi tutti impegnati nel cinema: ”Martha fa la regista, Magnus il compositore e Sophie si occupa della produzione. L’unico che si è salvato è il mio gemello Jacob, che fa il guardiacaccia” [...]» (Laura Piazzi, ”Sette” n. 8/1999) • «[...] Il clan è un antico ceppo familiare, unitissimo, colto e intellettuale e di matrice angloirlandese dove quella gran donna che è stata la madre dei sei rampolli Fiennes, Jennifer Lash, scrittrice e poetessa (morta di cancro nel 1993), sposata al proprietario terriero e poi notissimo fotografo di giardini e d’arte Mark Fiennes (deceduto nel dicembre 2004), decise anche di accogliere come proprio un altro bambino (Michael Emery), dopo aver letto un articolo su The Times in cui il ragazzino chiedeva la possibilità di avere genitori adottivi con una enorme biblioteca. I libri, i quadri, l’apertura e la naturale disponibilità alla cultura non sono certo mancati nelle grandi case vittoriane dei Fiennes [...] ”Sono sempre felice di tornare in Italia dove, ragazzo, ho fatto il muratore per sei mesi in Toscana, a Bagni di Lucca. Volevo riempirmi gli occhi di bellezza, guadagnare i primi soldi e imparare la vostra lingua. Non imparai davvero l’italiano, ma da allora questo vostro Paese è il nocciolo sentimentale e, per molti aspetti, formativo ed emotivo del mio cuore”, [...] ”[...] Bernardo Bertolucci mi offrì, ed era la mia prima esperienza nel cinema dopo altre e varie in teatro e per la televisione inglese, un piccolo ruolo in Io ballo da sola. Conoscevo tanto del vostro cinema: amavo le opere di Pasolini, Rossellini, Antonioni... Continuo a considerarli i mie imaestri esattamente come prediligo la pittura di Modigliani, le vostre arie d’opera. [...] sebbene grato a quanto il cinema americano mi sta offrendo, sono e resterò di vera matrice e cultura europee. Mi considero un nomade della Virgin Atlantic, sostenitore e inquilino dell’impero di sir Richard Branson [...]”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 10/7/2005).