Varie, 25 febbraio 2002
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FIORONI Giosetta Roma 24 dicembre 1932. Artista, si dedica soprattutto alla pittura. Ha esordito nel 1957 con una personale alla Galleria Montenapoleone di Milano
FIORONI Giosetta Roma 24 dicembre 1932. Artista, si dedica soprattutto alla pittura. Ha esordito nel 1957 con una personale alla Galleria Montenapoleone di Milano. La mostra che l’ha rivelata al pubblico è quella organizzata quattro anni dopo alla galleria Plinio De Martiis di Roma. Esponente di quella che è stata definita ”La scuola di Piazza del Popolo”, insieme a Mario Schifano, Tano Festa e Franco Angeli, in seguito ha collaborato con poeti e scrittori, associando le sue opere ai loro testi: da Montale a Zanzotto, da Ceronetti a Parise, fino ad arrivare a Magrelli e Erri De Luca (’liberal” 9/4/1998). «Da mezzo secolo protagonista dell’arte italiana. Amica di Tristan Tzara, tra i fondatori della Scuola di piazza del Popolo con Schifano, Festa e Angeli, compagna di Goffredo Parise, è sempre pronta a sperimentare nuovi mezzi e nuovi linguaggi [...] ”Nel 1967 realizzai quattro, cinque piccoli film. Mario Schifano più di uno. Mi piace l’idea di raccontare per immagini, catturarle, prepararle per il video. Non amo un certo tipo di concettualità [...] Potrei dire che ne ho fatte di tutti i colori... non ho molto da rimpiangere. Nel 1968 ho inaugurato il teatro delle mostre alla galleria La Tartaruga con una performance che si chiamava La spia ottica. I visitatori passavano davanti a uno spioncino e mi vedevano all’interno di una stanza. Ricordo questo come uno dei tanti esperimenti che ho fatto e che hanno suscitato qualche scalpore. Forse avrei dovuto approfondire di più alcune cose, e questo è un rimprovero che mi faccio, ma sono sempre stata attratta dal cambiamento. L’eclettismo è nella mia natura [...] Ricordo Tzara come un vecchio bilioso, perennemente arrabbiato con la realtà che lo circondava. Non ne fui influenzata ma aveva una casa piena di opere meravigliose: Picasso, Léger, grafiche di Breton, manoscritti di Eluard... E’ stata un’esperienza conoscitiva unica anche per gli artisti che incontrai con lui, come Giacometti ad esempio. Si sollevò un velo su un modo di figure mitiche [...] Negli anni Sessanta ci incontravamo a piazza del Popolo per la cena, per fissare una giornata al mare. Fui anche il tramite con il gruppo 63: Balestrini, Eco. Da un punto di vista artistico il luogo era la galleria La Tartaruga, dove passavano Duchamp, le nuove leve, cioè Kounellis, Pascali... Ma soprattutto Schifano, Festa, Angeli, tre figure indimenticabili [...] Schifano era quello che aveva più successo. Il più importante però è Tano Festa, anche se oggi sembra quasi dimenticato. Poi ci fu una rottura tra tutti noi. Certo, negli anni ho rivisto Schifano e Festa. Angeli dopo l’impegno politico invece si ritirò in una sua disperazione personale [...] Parise diventò amico di Schifano, Festa, Angeli. Non fu il mio rapporto con Parise a spingermi ad incontrare la letteratura. Ho sempre sentito la parola degli scrittore e dei poeti come provocatrice di immagine. Goffredo è stato un grande maestro di stile di vita, con questo modo di essere così prensile, diretto, rapido. Non è stato un duetto con la letteratura, ma una storia personale [...] Oggi la pittura apparentemente è obsoleta. In realtà nei video migliori, come quelli di Bill Viola ad esempio, quel che si vede altro non è che della pittura dinamica. Non riescono ad affogare la pittura. Nelle cose migliori rispunta sempre, magari sotto camuffate spoglie [...] Quella che è rimasta nel mio cuore è la mostra del 1970. Alla Tartaruga feci una mostra intitolata ’Laguna’. Eseguii dei disegni su questo tema, con dell’argento sul foglio bianco. Ideai un grande quadro che chiamai ’quadro di luce’ mettendo delle piccole sagome dentro un proiettore. Riusciva a dare i riflessi della laguna al tramonto. La tela bianca con questa luce aveva un suggestione da sogno, onirica”» (Paolo Vagheggi, ”la Repubblica” 16/12/2002).