A cura di Salute Italia, 25 FEBBRAIO 2002., 26 febbraio 2002
Lunedi, 25 Febbraio 2002 15:32 Dormirci sopra rende più intelligenti Lo sanno studenti e artisti: qualsiasi performance migliora dopo una buona notte di sonno
Lunedi, 25 Febbraio 2002 15:32 Dormirci sopra rende più intelligenti Lo sanno studenti e artisti: qualsiasi performance migliora dopo una buona notte di sonno. Questo perché il cervello ripete in sogno pensieri e azioni fatte durante il giorno. CAMBRIDGE (Usa) - Passare la notte sui libri può forse servire a superare un esame, ma non rende più intelligenti nel lungo periodo. Anzi: una serie di test su animali e sull’uomo sta rivalutando una vecchia idea, cioè quella che una buona notte di sonno è essenziale per i meccanismi dell’apprendimento. "L’erosione del tempo dedicato al sonno, che è tipica della vita moderna, può mettere seriamente a rischio il nostro potenziale intellettivo", ha ammesso Robert Stickgold, del Massacchusetts Institute of Technology, presentando i frutti delle proprie esperienze all’annuale convegno dell’American Association for the Advancement of Science , a Boston. "Molti pianisti trovano che dormir sopra una certa musica ne migliora l’esecuzione, il giorno dopo. E nello stesso modo, in laboratorio, la capacità di una serie di soggetti di svolgere attività che richiedono destrezza e precisione (per esempio inserire molto velocemente spine in una presa, chiavi in una serratura, ed esercizi del genere) migliora del 20 per cento se gli esercizi avvengono dopo aver dormito per una notte, dopo aver appreso le tecniche da applicare. E più ci si dorme sopra, meglio si lavora". Se invece gli stessi volontari vengono privati del sonno, o trascorrono comunque una notte irregolare, la qualità degli esercizi torna a essere quella dei principianti. I ricercatori del team di Stickgold hanno anche scoperto che le diverse fasi del sonno hanno influenza su tipi diversi di apprendimento. Ottenere buoni risultati in test di tipo visivo, per esempio, richiede soprattutto un buon sonno nel primo quarto della notte (quello profondo, caratterizzato da un andamento lento delle onde cerebrali) e un sonno Rem (rapid eye movements, quello in cui si sogna) nell’ultimo quarto. Buoni risultati negli esercizi manuali di precisione dipendono invece da episodi non-Rem nell’ultima parte della notte (quando cioè non si sogna prima del risveglio). "In sintesi, durante il sonno il nostro cervello si impegna in un processo di ripetizione, ristrutturazione e riclassificazione di quanto ha registrato, in modo da funzionare meglio il giorno seguente", dice Stickgold. Ed è quanto avviene anche negli animali: è stato provato che gli uccelli giovani ripetono il canto che hanno appena imparato mentre dormono. I loro neuroni, che erano attivi nei primi tentativi di canto, si ’accendono’ anche durante la notte, come se il cervello ripetesse i toni. "Gli uccellini, cioè, sognano di cantare". E i topi sognano di correre. "Dopo essersi mossi in un labirinto per tutto il giorno, durante la notte il loro cervello replica esattamente i segnali elettrici tipici del movimento, anche se il topo dorme", ha aggiunto al convegno di Boston Matthew Wilson, che ha collaborato agli esperimenti.