26 febbraio 2002
Tags : Jean-Martin Folz
Folz JeanMartin
• . Nato a Strasburgo (Francia) l’11 gennaio 1947. Manager. «’Patron” del gruppo automobilistico Psa Peugeot-Citroën, è stato nominato ”businessman dell’anno” 2001 dal periodico Usa ”Forbes”. Successore di Jacques Calvet alla guida del gruppo francese, si è guadagnato il riconoscimento per il successo della strategia perseguita nel rilancio della casa d’Oltralpe (portandola all’utile già nel ’98, dopo un solo anno di ”cura-Folz”), imperniata su una forte riduzione dei costi e sulla volontà del gruppo di rimanere indipendente, rifiutando alleanze e limitando la cooperazione industriale con gli altri costruttori su progetti specifici (per esempio, le monovolume con Fiat). Il gruppo francese, sotto la sua guida, ha puntato in particolare sulla riduzione delle piattaforme di produzione e sulla valorizzazione dei due marchi, come entità distinte con una propria identità» (’Corriere della Sera” 11/12/2001). «Ingegnere minerario [...] gli occhiali spiccicati sul naso e un po’ di pancetta, che ne rivela la passione per la buona tavola e i vini rossi di Borgogna. [...] molti lo chiamano JMF così come gli americani facevano con Kennedy, JFK. Folz è un superlavoratore. Ormai in Francia lo si sa: appena alla direzione di un’azienza arriva lui, da tutti gli uffici del suo piano spariscono irrimediabilmente tutti gli orologi. Non servono più. Con JMF si comincia prestissimo, alle sei del mattino, e si finisce quando lui stima di aver finito, cioè tardissimo, quando fuori è già notte da diverse ore. A questo iperattivo con l’aria da primo della classe può capitare di addormentarsi sotto l’obiettivo della tv durante il discorso del presidente della Repubblica del Brasile in occasione dell’inaugurazione di una ”sua” fabbrica a Porto Real. Ma nessuno ha il coraggio di dire nulla al manager che [...] è riuscito a salvare un’azienda, la Psa-Peugeot Citroen, che tutti davano per finita, e a guadagnare più di tutti. Psa è il primo gruppo industriale privato francese. Ha aumentato del 50 per cento la produzione, fino a diventare il secondo gigante dell’auto in Europa alle spalle di Volkswagen. Fa 3,2 milioni di automobili e arriverà a 3 e mezzo nel 2005. Negli stessi anni in cui la Fiat ha spostato la produzione nei Paesi poveri, lui l’ha aumentata in Francia. Alla faccia dei teorici del basso costo del lavoro, ha assunto oltre 10 mila persone in Francia. Quando tutti hanno stretto alleanze, spesso con risultati deludenti, ha scelto il celibato per la ”sua” Psa. Salvo condividere i costi seguendo una strategia assai semplice che lui stesso ha enunciato così: ”Tutto quello che il cliente non vede può essere uguale. Quello che si vede, però, deve essere diverso”. L’ufficio stile è unico, ma Peugeot e Citroen hanno due personalltà distinte. Non importa se il motore diesel pulito si fa con Ford, la piattaforma per le berlinette con Toyota, certi motori a benzina con Bmw, le monospazio con Fiat. JMF è un vincente, ma di tipo particolare. Lo testimonia il suo rapporto con la famiglia Peugeot, azionista di riferimento con il 38 per cento dei diritti di voto, che ha accettato di uscire dal direttorio e partecipare al solo Consiglio di sorveglianza con Pierre Peugeot. Ambizione e determinazione gli vengono forse dal padre Robert, un insegnante di Storia medioevale famoso per la teatralità delle sue lezioni. Ma non per questo JMF si abbandona alle formalità o ai riti mondani. Non ha il complesso dell’eleganza: si è sempre vestito come un ingegnere di fabbrica con tanto di cravatta a ”tire-bouchon”, a cavatappi, come dicono in Francia. E quest’allergia per le belle maniere gli avrebbe sbarrato le porte dorate dell’Eliseo. Nel 1978, dopo quattro anni da consigliere ministeriale prima al Commercio e all’Artigianato, poi all’Industria, il giovane Jean-Martin Folz chiese di lavorare con Valéry Giscard-d’Estaing. Ma l’inamidato monsieur le president, raffinato e diritto ancora oggi come un’aliera, lo avrebbe liquidato affermando: ”Questo no, fuma le Gitane e non ha l’allure da Eliseo”. Fu probabilmente la sua fortuna. In quello stesso anno, infatti, Jean Gandois, carismatico presidente del grande gruppo chimico Rhône-Poulenc, si accorge di lui e lo piazza alla direzione dell’officina di Saint-Fons, una Caienna sindacale. In 12 mesi ottiene efficienza e pace sociale, dopo scioperi, occupazioni, barricate fuori dal suo ufficio. la performance che gli apre la vicedirezione generale di Rhône-Poulenc. E da lì spicca il volo: Jeumont-Schneider, Pechiney, Eridania Béghin-Say, dove impara l’italiano. Nel 1995, su suggerimento di Gandois, Folz viene assunto in Psa, dove ancora impera Jacques Calvet. Due anni di ”apprendistato” e poi la famiglia Peugeot lo sceglie. Il primo ottobre 1997, nel discorso d’insediamento, dice: ”Finora abbiamo fatto come diceva Calvet e la cosa non funzionava, da oggi facciamo esattamente il contrario: vedrete che funzionerà”» (Giacomo Leso, ”L’Espresso” 31/10/2002).