Varie, 26 febbraio 2002
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Ford Tom
• Austin (Stati Uniti) 27 agosto 1961. Stilista. Ex direttore creativo di Gucci. « molto più di uno stilista. A livello internazionale è considerato un ”maestro di stile”, capace di interpretare le voglie di lusso della gente e di tradurle in abiti e accessori, spesso diventati oggetti di culto. [...] Voleva diventare attore ma poi ha preferito andare a New York a studiare moda, lavorando anche da Perry Ellis, ha vinto la sua più importante sfida. Da giovane di belle speranze è diventato uno dei nomi più importanti della moda, imponendo uno stile preciso al marchio Gucci, nuovo simbolo internazionale del lusso. ”La donna Gucci? Ricca e dichiaratamente sexy”, ha sempre sostenuto. E forte di questa immagine, ha elaborato, stagione dopo stagione, abiti con un appeal deciso, abbinati a borse di successo, che il mercato del falso ha copiato a man bassa. Ha dato una svolta al mondo della moda e la ”guccimania” è tornata alla grande. Le sue sfilate sono sempre state vissute come un rito speciale. Pubblico delle grandi occasioni, allestimenti strepitosi nel salone dell´ex cinema Diana di Milano, top-model a go-go e champagne a fiumi prima dell´inizio del defilè. Tom Ford ha fatto notizia come stilista. Ma lui ha saputo gestire bene anche il suo privato. Non ha mai nascosto di essere un omosessuale e ha scelto ”Vanity Fair” per fare ”outing”, con un lungo servizio in cui spiegava, tra l´altro, il suo rapporto d´amore con Richard Butler, noto giornalista di moda. Tom e Richard si sono fatti fotografare, vestiti di tutto punto, sul letto matrimoniale della loro casa di Londra, insieme al loro amatissimo cane. [...] La mamma, donna elegante e raffinata a cui Tom Ford deve molto: ”Se ho stile lo devo a lei”» (Laura Asnaghi, ”la Repubblica” 5/11/2003). «Bello come un attore, cortese come un gentiluomo d’altri tempi [...] è stato quello che ha impresso al marchio fiorentino una marcia in più, moderna, tecnologica, grintosa. Tanto da far diventare vestiti, borse e scarpe, un tempo legati a uno stile classico e borghese, decisamente tranquillo, oggetti di culto postmoderno, miscelando tessuti ipertecnici a glamour, preziosità e dettagli sexy. Ford lascerà a maggio 2004 la maison che lo ha lanciato e che lui ha contribuito a trasformare. Lo stilista è un golden boy, un genio creativo, monarca assoluto nella sua squadra di giovani stilisti scelti uno a uno in tutto il mondo. [...] Il ragazzo è eclettico, di vasta cultura e grandi passioni, oltreché di cospicue possibilità finanziarie. Da tempo ripete che gli piacerebbe tornare alla sua antica passione, il cinema. In questo modo potrebbe rimanere nella sua lussuosa dimora di Los Angeles insieme con il compagno del momento, un biondino texano e ai suoi amati cani. nella città degli Angeli la vita che preferisce con le sedute quotidiane di ginnastica all’hotel Mondrian, luogo cult dove tutto il personale viene dai casting cinematografici. Dal suo quartier generale spesso parte per le sue case di Santa Fè, Londra e Parigi. La vita di Tom Ford è segnata dallo stile e dal gusto. Fin da piccolo disegnava benissimo e spesso la sua matita tracciava silhouette femminili, prendendo spunti dagli abiti delle dive che apparivano nei film anni ’40 in televisione. [...] Ormai è diventato un mito, e in molti cercano di copiare il suo look da diabolik, total black, dolcevita a collo alto nero e jeans a sigaretta, barba un po’ sfatta e sguardo sempre gentile. Nulla è lasciato al caso, l’uomo è ossessionato dalla sua immagine, un perfezionista che studia al millimetro le pose delle inquadrature delle sue interviste e le luci. Perfezionista anche nelle regole del bon ton. lui personalmente che ringrazia con biglietti e fiori le giornaliste dopo le sfilate. Nella sua storia tutto parla di un uomo che ha scalato la vita grazie al talento e all’abilità di fiutare il mercato. Nato ad Austin in Texas, ha passato l’infanzia a Santa Fè nel Nuovo Messico per salpare poi alla volta di New York dove ha studiato design, architettura d’interni, moda e stilismo alla Parson School. il più bravo e questo gli vale un master a Parigi. Si innamora dell’Europa e sarà la sua fortuna. Quando torna in patria porta con sé tutta la tradizione e il gusto europeo e inizia la scalata verso la notorietà. Una corsa inarrestabile. Nel 1986 viene chiamato da Cathy Hardwick e nel 1988 da Perry Ellis. Non passa molto tempo e Ford attraversa di nuovo l’Oceano, nel 1992 viene chiamato a rianimare la Gucci la cui immagine è legata troppo al passato. il 1992. Il successo della prima sfilata donna gli vale il ”soprannome” di ”re mida del fashion”, tutto quello che tocca diventa oro. una rinascita per il marchio della doppia G e così Tom Ford riceve nel 1994 la promozione a direttore creativo di tutte le linee prodotte, abbigliamento, accessori, profumi e linea casa. Da allora è un inseguirsi di successi. Nel 1996 è eletto designer dell’anno dal Fashion Council in America e Giappone. Sempre nello stesso anno è stilista dell’anno per l’abbigliamento uomo e donna, così come nel 1999, quando riceve anche il Premio Elle. Nel mese di gennaio del 2000 Ford diventa anche direttore creativo di Yves Saint Laurent Rive Gauche, la linea di prêt-à-porter del famoso stilista francese acquisita dal gruppo Gucci. Ma a lui la moda non basta, ama anche l’arte, il design, tutto ciò che è immagine» (Maria Corbi, ”La Stampa” 5/11/2003). «Appena arrivato a Milano [...] si era subito trasformato in un pifferaio magico, pronto a trascinare con sé quella folla fragile e tumultuosa dei cosiddetti emergenti, degli avventurosi, che aspirava, ora aspira meno, non tanto al lusso, all´esibizionismo, al sesso e al successo, quanto a specchiarsi e immedesimarsi nelle immagini del lusso, dell´esibizionismo, del sesso, del successo. Lui, direttore creativo, Domenico del Sole presidente, un illustre marchio internazionale, Gucci, e, con loro, padroni arabi immensamente ricchi, quotazioni in borsa, una indecifrabile liquidità, un fiume di soldi. Un bel giovanotto texano ex attore, enigmatico ed educatamente altero, un abilissimo uomo d´affari molto schivo, venuti dall´America a mandare all´aria con improvvisa e accesa fortuna il mondo non più così brillante della moda italiana. Subito sovrani invidiati e adorati, in una Milano produttiva già in crisi da anni, sempre meno illuminista e progettuale, sempre più, da troppo tempo, da bere: già inquinata quindi, e non solo nella moda, vanificata la sua storia di impegno, irrisa l´idea che il successo è tempo e fatica, improvvisamente stufa e sprezzante verso percorsi intellettuali tacciati di populismo, di retorica, peggio ancora di sinistrismo, affascinata dalle facili scorciatoie della finanza, e persino del look, dalle promesse della new economy di immediata fortuna per tutti. [...] Dice lo storico del costume Quirino Conti: ”Il successo è fatto di talento, non di panna montata. O per lo meno non lo è più. Ford ha avuto l´abilità di creare un meraviglioso mondo fittizio e abbagliante che ha molto più a che fare con la finanza che con la moda. L´hanno imitato, male, in troppi, ed ora anche quel pulviscolo di mezze tacche dovrà fare i conti con la realtà”. Tutti abbiamo perso la testa e inneggiato alla donna meravigliosa, rampante, piratesca, vincente, assatanante, assatanata che Tom Ford ci faceva sognare di essere. Ma non lo eravamo e adesso diventa irrealistico e perdente desiderarlo ancora» (Natalia Aspesi, ”la Repubblica” 6/11/2003).