Varie, 26 febbraio 2002
FORMIGONI
FORMIGONI Roberto Lecco 30 marzo 1947. Politico. Presidente della regione Lombardia (dal 1995, rieletto nel 2000, 2005, 2010) • «[...] Quello che collaboratori e amici chiamano con affettuosa ironia ”Il Celeste”, variante mistica e ciellina dell’azzurro forzista, non ha mai nascosto di puntare in alto. [...] ”Bobo” (come lo chiamano dai tempi in cui divideva la casa e il desco con sei fratelli laici dei ”Memores Domini”) decise di farsi trovare pronto per il momento in cui Sua Emittenza gli avrebbe passato il testimone. E dopo essersi affacciato sulla scena internazionale alla vigilia della prima guerra del Golfo andando a Bagdad nel tentativo di scongiurare il conflitto e aprendo quel canale con Saddam Hussein che anni dopo gli avrebbe procurato il fastidioso inserimento nell’elenco dei politici occidentali in qualche modo toccati dall’affare Oil-for-Food [...] prese a battere il pianeta continente per continente, Stato per Stato, metropoli per metropoli. Da allora ha aperto ”ambasciate” lombarde a Bruxelles, Shanghai, New York o San Paolo, ha compiuto più visite ufficiali di tanti ministri degli Esteri (carica alla quale avrebbe fatto un pensierino dopo le dimissioni di Renato Ruggiero e poi di nuovo dopo la scelta di Berlusconi di rinunciare all’interim per tornare a tempo pieno a Palazzo Chigi), si è preso come consulente diplomatico quanto di meglio c’era su piazza e cioè l’ex ambasciatore a Washington Boris Biancheri, si è fatto fotografare con tutti i potenti del mondo, da Tony Blair a Vladimir Putin. Una formidabile e inesauribile trottola. In grado, grazie anche al fisico da giocatore di basket che gli consente di sventolare un certificato della ”Stramilano” che gli attesta d’aver corso 15 chilometri in 78 minuti netti, di reggere anche all’estero i ritmi che sfoggia durante le campagne elettorali. E se è vero che si vanta di aver fatto per le Europee una media di 26 comizi al giorno (sulle parole mitragliate al minuto non siamo in grado di fornire dati precisi), nelle missioni oltrefrontiera dicono riesca ad arrivare addirittura a una trentina di appuntamenti quotidiani. Lasciandosi dietro una miriade di contatti e alcune leggende. Come il corteo imperiale allestito per la visita in Brasile aperto da otto motociclisti che in autostrada ”gli aprivano la strada tra le macchine come Mosè aprì il Mar Rosso nei Dieci Comandamenti di Cecil De Mille” o la fantastica Limousine Lincoln lunga un chilometro affittata a New York (cercò di salirci il presidente del Senegal, che ce l’aveva più corta) per mostrare agli americani che la Lumbardia l’è minga un staterel de bamba. Convinto da anni d’avere la statura dell’uomo di governo (’Sono sempre stato il primo degli eletti e non mi han mai dato uno straccio di ministero!”) , fiero del suo lavoro al punto di dire (terza persona) che ”la giunta Formigoni è largamente apprezzata dagli elettori”, disposto a concedere qualcosa alla demagogia caciarona come quando gridò ai ministri ulivisti ”alla Scala dovete pagare il biglietto!” ( invito caduto col governo attuale), sopravvissuto alle denunce leghiste di esser figlio di un rastrellatore fascista e perfino alle interviste d’una fidanzata ciarliera che raccontava ai giornali cose tipo ”i problemi di castità appartengono a lui, non a me”, il Governatur è certo: ”In politica l’umiltà non è una virtù”. [...] Paura di gettarsi nel vuoto non ne ha. Basti ricordare cosa gli combinarono quelli di Canale 5 quando, con la scusa di un’intervista, lo caricarono su un elicottero. Sul più bello, mentre sorvolavano il Lago di Como davanti a Lecco, videro un uomo cadere in acqua da una barca: ”Aiuto! Aiuto!”. ”SuperBobo” non ci pensò un attimo: ”Imbragatemi: mi calo io”. E finì scaricato, dopo mille peripezie, nella piscina di una villa dove due molossi presero a ringhiargli contro mentre dall’alto calava una scritta: ”Sei su scherzi a parte”» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 12/1/2005) • «[...] Ciriaco De Mita si morde la lingua per quell’antico giudizio, assassino e imprudente: ” il politico più stupido che conosco”. Ne è passato di tempo da quando la vecchia Dc guardava con sospetto e cercava di fare terra bruciata attorno a quel neoeletto che alle europee dell’84 aveva preso 450 mila voti, il marziano di Lecco che alla prima esperienza aveva sbaragliato perfino un lupo delle preferenze come il ministro dell’Interno Oscar Luigi Scalfaro, costretto da 84 mila schede all’umiliazione del secondo posto. Da allora la Dc è morta, De Mita si è un po’ perso per la via, mentre ”lo stupido” Formigoni di strada ne ha fatta parecchia. Oggi è uno dei politici italiani di maggiore evidenza. Al Pirellone, il grattacielo della Regione Lombardia di cui è presidente dal giugno 1995, lo chiamano ”il Maratoneta”. [...] Pensano soprattutto al percorso politico di Formigoni, quello fatto finora e quello a venire. [...] tre volte deputato, per due legislature europarlamentare, vicepresidente del Parlamento di Strasburgo per cinque anni, per dieci presidente del Movimento popolare, una breve esperienza come sottosegretario all’Ambiente nel governo Ciampi del 1993, Formigoni ha capito in anticipo sulla concorrenza che dal palcoscenico della Lombardia, nel ruolo di governatore della prima regione d’Italia (9 milioni di abitanti), avrebbe avuto grandissima visibilità. [...] sono anni che ambisce a un ruolo sempre più eminente. Gli effetti a volte sono stati discutibili: come nello sbandieramento del voto di castità del Formigoni aderente all’associazione laicale dei Memores Domini (’Ad alcuni cristiani il Padreterno chiede di fare a meno del sesso”); o negli epici duelli ingaggiati con l’ex ministro Rosy Bindi sulla riforma sanitaria lombarda (’Non giurerei sulla sua verginità” lo mordeva lei. E lui: ”Io sulla sua, invece, ci giuro: l’avete vista bene?”); per arrivare fino alle comparsate in tv su Scherzi a parte [...]» (Maurizio Tortorella, ”Panorama” 15/6/2000).