varie, 26 febbraio 2002
FORNO Pietro
FORNO Pietro Torino 15 agosto 1946. Sostituto procuratore milanese, noto come “pm dei bambini” • «Un pm di ferro, che amici e nemici concordano nel definire tenace, rigoroso, inflessibile. Fin troppo, secondo le critiche che da sempre accompagnano il suo lavoro. [...] magistrato dal 1972, è il “padre” del pool investigativo che [...] ha riorganizzato le indagini a Milano sulle violenze sessuali e sulla pedofilia. Negli anni ’70 e ’80, come giudice istruttore, aveva guidato importanti inchieste sul terrorismo di destra e di sinistra: da Prima Linea ai Nar di Mambro e Fioravanti [...] Già allora, il suo carattere deciso aveva diviso i giudizi degli stessi colleghi: magistrati come Colombo e Turone si fidavano di lui al punto da “nascondere” in un suo fascicolo per banda armata (Co.co.ri.) l’originale della lista degli affiliati alla loggia massonica P2; ma ancora oggi molti ricordano i suoi “memorabili scontri” con pm come Carnevali e Spataro. Dopo i maxi-processi per terrorismo [...] ha “inaugurato” un settore di indagini a sfondo psicologico che hanno provocato nuove polemiche: dall’accusa di plagio a Verdiglione (condannato) alle inchieste sulla chiesa di Scientology e sui pretesi aborti facili alla clinica Mangiagalli (tutti assolti). Nel 1992, ha cominciato a occuparsi dei “reati sessuali”, all’inizio come unico titolare, poi come riferimento per un pool di una decina di colleghi. A lui viene attribuito il merito (o il demerito) di avere creato un “metodo investigativo” utilizzato in centinaia di processi per stupri o abusi: denunce e testimonianze delle presunte vittime raccolte da sezioni specializzate di polizia; perizie affidate a ginecologi e psicologi di fiducia; inserimento nelle indagini delle confidenze dei bambini agli educatori; contestazioni di complicità a coniugi e parenti che non confermano le accuse; coordinamento con il Tribunale dei minori, per allontanare subito i bimbi dai genitori sospettati; stretta collaborazione con un ristretto gruppo di istituti di tutela dell’infanzia. Una “macchina” giudiziaria tanto efficiente da diventare, secondo i critici, implacabile anche con gli innocenti. Di qui le proteste di questi anni contro Forno: madri che si incatenano a Palazzo di Giustizia; cortei di quartiere in difesa di imputati insospettabili; presunte vittime che ritrattano le denunce; campagne di stampa e volantinaggi contro la “fabbrica dei mostri”. [...] “Le assoluzioni dei miei imputati fanno sempre un gran rumore, ma il 95 per cento delle sentenze mi ha dato ragione. Passo per un persecutore solo perché nessuno sa quante archiviazioni ho chiesto: più del doppio delle richieste di giudizio” [...]» (Paolo Biondani, “Corriere della Sera” 23/12/2004).