Varie, 26 febbraio 2002
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FOSTER Jodie New York (Stati Uniti) 19 novembre 1962. Attrice • «[...] La ragazza che meglio di ogni altra impersona l’ultima frontiera di un indipendentismo femminile non urlato ma oltremodo concreto [
FOSTER Jodie New York (Stati Uniti) 19 novembre 1962. Attrice • «[...] La ragazza che meglio di ogni altra impersona l’ultima frontiera di un indipendentismo femminile non urlato ma oltremodo concreto [...] produttrice di sé medesima, laureata con lode a Yale in letteratura africana, l’attrice che è riuscita a emergere dal difficile pantano che attanaglia gli attori bambini e che di solito ne fa degli spostati senza futuro e senza passato [...] molta parte dei suoi film sono centrati su personaggi femminili che dietro di loro hanno famiglie disastrate, inesistenti, comunque traumatiche: non ha famiglia la selvaggia di Nell, ragazza che come Il ragazzo selvaggio di Truffaut cresce da sola nel cuore di una foresta americana, Non ha famiglia la piccola spostata che viene stuprata in Sotto accusa, e che ritrova una sua dignità denunciando i propri violentatori. Non ha famiglia neppure l’agente Clarice Sterling, la poliziotta Fbi del Silenzio degli innocenti che riesce a toccare il cuore dello psichiatra cannibale Hannibal Lecter [...] A guardar bene, nessuno dei personaggi interpretati dalla Foster fin dai tempi della prostituta bambina di Taxi driver ha dietro di sé una storia di quieta normalità, di lacustre medietà [...] Una possibile spiegazione di tanta perseveranza nel raccontare solitudine e tenacia, intelligenza ed eroismo femminile, la si trova proprio nella biografia del fratello Buddy e nei racconti che fa della loro movimentata infanzia [...] una famiglia un po’ scombinata, fin da quando la loro madre si fece sorprendere da papà in compagnia di zia Jo, ovvero Josephine Dominguez-Hill, la donna cui fu legata per oltre quindici anni. In verità i signori Foster erano già separati ed era già stata depositata una richiesta di divorzio. [...] Marchiata a soli vent’anni come ”ex bimba prodigio”, ha dimostrato a se stessa e al mondo di avere una seconda vita [...] A questo traguardo è giunta per una strada assolutamente personale: nessuna vocazione divistica; nessuna particolare bellezza, anche se gli occhi chiari sono fascinosi e la figuretta è conservata snella in virtù d’una quotidiana frequentazione con l’aerobica, il karate e il kickboxing [...]» (Patrizia Carrano, ”Sette” n. 13/1998). «Una carriera lunghissima, iniziata quando a tre anni è diventata famosa mostrando il sederino in uno spot pubblicitario della Coppertone. [...] ”Adoro dirigere, mi piace essere in controllo e in una posizione di leadership. Sono fatta così, lo trovo meno stressante che dover stare sempre a capire che cosa vogliono da me [...] Hollywood ha una reputazione molto peggiore di quello che merita ed è facile riderci sopra, ma ci sono molte persone di grande moralità e non guidate solamente dal successo commerciale. Quando c’è un film alla Guerre Stellari mi diverto anche io, ma se sono in questo business è perché sono stata ispirata dai film di Truffaut e di Fellini. Non vorrei venire fraintesa, sapere che un tuo film è stato visto da milioni di persone fa piacere a tutti. Resto comunque convinta del fatto che la miglior formula per ottenere il successo resti la qualità” [...]» (Lorenzo Soria, ”La Stampa” 19/3/2002). «[...] La ragazzina di Taxi Driver e della pubblicità di creme solari e dei biscotti preferiti dai bambini americani [...] una laurea in Letteratura inglese a Yale, gode della stima di Hollywood, ha vinto due Oscar - per Sotto accusa e Il silenzio degli innocenti -, ha avuto due figli senza dover spiegare né come né da chi (’Quando i miei bimbi mi faranno domande, saranno i soli ad avere diritto a sapere le nostre verità”) e mai si è sentita in dovere di puntualizzare i gossip sulla sua vita con una compagna, lontana dai tappeti rossi.
[...] occhi azzurrissimi [...] ”[...] Mia madre è stata la mia agente e ho avuto con lei anche rapporti tumultuosi, ma le sono grata per aver scelto per me i grandi registi che amava, per avermi abituata allo studio [...] amo il cinema e la lingua francesi, avendo io studiato al Liceo francese di Los Angeles. È vero, ho lavorato con registi tra i più grandi, Scorsese e non dimentico mai Sergio Citti con il quale interpretai Casotto, ma Louis Malle è il mio autore preferito. Il suo rapporto con i bambini e gli adolescenti dei suoi film mi ha aiutata a crescere, quando mi sentivo sola perché nessuna età è ardua come la prima giovinezza quando sei un’attrice, quando tuo padre se ne è andato di casa e tu perdi i contatti con la realtà, vivendo quella del cinema [...] non sarò mai un’attrice con il volto reso inespressivo dai lifting. [...]”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 26/9/2005).