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 2002  febbraio 26 Martedì calendario

FRANCO

FRANCO Pippo (Francesco Pippo) Roma 2 settembre 1940. Comico. Figura di spicco dello spettacolo leggero di varietà e cabaret ha iniziato la sua carriera giovanissimo come cantante e oggi è il narratore-mattatore della squadra di comici del Bagaglino. Nonostante gli esordi nel mondo della canzone è il cinema che gli regala la notorietà in film erotici soft-core neglianni Settanta, ai quali alterna partecipazioni a pellicole più raffinate dirette da Billy Wilder e LuigiMagni. L’attività cinematografica si snoda lungo un ventennio fino agli anni ”90. Nel 2006 si candidò al Senato con il centrodestra nella Democrazia cristiana per le autonomie di Rotondi. Raccolse l’appoggio pubblico di Andreotti, ma pochi voti • «Quello con il naso grosso, cabaret, Bagaglino, quello che diceva tutto d’un fiato e un po’ tremante: ”Sooopippofrancooo!”. [...] Quello della satira qualunquista e forse un po’ di destra, pecoreccia, romana e con inquietanti’ per molti critici inspiegabili ”picchi d’ascolto televisivi [...] una moglie – ”Piera Bassino, intelligente ai limiti dell’imbarazzante, persona speciale, grazie a lei seguo una dieta con pochi grassi, quasi solo prodotti biologici, praticamente vegetariana [...] Sono cresciuto al numero 77 di Corso Rinascimento e dalle finestre, per anni, ho visto l’ingresso del Senato. Era il palazzo dei sogni... vedevo Moro, Fanfani...”. Giulio Andreotti, pezzo di storia della Dc vera, se lo ritrovò poi sul palco del teatro Bagaglino. ”Andreotti, il più straordinario umorista vivente in questo Paese. Un talento naturale. Andavamo in diretta a braccio, e lui sempre fulminante, bravissimo...”. [...]» (Fabrizio Roncone, ”Corriere della Sera” 7/3/2006) • «[...] un tipo alto, un po’ curvo. Ha il naso imponente, la bocca grande, l’ovale del Signor Bonaventura. [...] ”[...] mamma marchigiana, papà irpino. Quando sono nato papà era in Africa prigioniero degli inglesi. Al suo ritorno avevo sei anni. Dopo sei mesi è morto. Era impiegato al Poligrafico e artista. Ho ereditato da lui l’ironia senza averlo in pratica conosciuto [...] Liceo artistico sotto la guida di Guttuso e Turcato. Sono stato legato a Mario Schifani e Tano Festa. [...] Cantante e musicista. Mi mantenevo suonando nei locali notturni. Poi ho smesso e ho disegnato fumetti. Ho smesso anche con i fumetti e mi sono messo a scrivere canzoni ironiche. Di lì è partito tutto [...] Beppe Grillo ha cominciato cantando le mie canzoni”. Harecitato in mucchi di film tipo Giovannona Coscialunga... [...] Ha sempre fatto parti comiche. Ma ha anche una vena drammatica [...] ”Comico e serietà mi sono propri. Il dramma lo frequento come scrittore. Ho pubblicato diversi libri. Uno serio, Pensieri per vivere. Vari mi hanno detto: ”Il tuo libro mi ha salvato la vita’. Ho scritto un dramma su Federico II e uno sul tragico destino del figlio Manfredi” [...]» (Giancarlo Perna, ”Il Giornale” 4/5/2009).