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 2002  febbraio 26 Martedì calendario

Frazier Joe

• Beaufort (Stati Uniti) 12 gennaio 1944, 7 novembre 2011. Pugile. Fu campione del mondo dei pesi massimi, leggendarie le sue sfide con Muhammad Ali • «[...] ultimo di 12 figli, è stato il primo a demolire Ali. I pugni non gli facevano paura. Figlio di contadini, a 13 anni lasciava la scuola, per andare a rubare macchine, poi finiva a lavorare in un mattatoio e nel ’65 passava professionista. Ali per deriderlo lo chiamava Gorilla o zio Tom. I loro tre incontri, anzi scontri, nel ’71, ’74 e ’75, sono passati alla storia come la più grande tragedia shakesperiana sul ring. “La cosa più vicina alla morte”, confessò Ali. Al primo combattimento, al Madison Square Garden, come fotografo della rivista Life c’era Frank Sinatra e Woody Allen era a bordo ring. Frazier vinse ai punti grazie ad un gancio sinistro che fratturò la mascella di Ali. L’ultimo a Manila fu ancora più violento. Ali vinse e pisciò sangue, quella notte. “Mi brucia tutto”. Lo chiamarono per la conferenza stampa, ma non si reggeva in piedi, non voleva credere che Frazier fosse in grado di andarci. Imelda Marcos lo accompagnò al buffet, ma non riuscì a mangiare: masticare era doloroso, aveva la bocca tumefatta, l’occhio destro viola. Urlò: “Perché mi ha fatto questo? Quell’uomo non è umano, è una bestia”. Su Joe Frazier calò il buio, quella notte. L’occhio sinistro era un pompelmo nero, martellato nella 14ª ripresa da 9 diretti destri. Eddie Futch con la lama da rasoio tagliò il bozzo troppo tardi, per far defluire il sangue. Frazier andò subito a letto, quando George Benton, uno del clan, entrò nella stanza dicendo che aveva un´ospite, Joe rispose di accendere la luce. “Non vi vedo”. Troppo buio, dentro e fuori. Troppo delirio: “L’ho colpito con dei pugni che avrebbero fatto crollare i muri di una città. Cosa l’ha tenuto in piedi?”. Oggi Frazier, che ha undici figli, ammette gli incontri brutali e di non aver saputo amministrarsi. Due milioni e mezzo di dollari sciupati. Tre anni fa ha avuto un incidente d´auto e da allora ha subito quattro operazioni a schiena e collo [...] Senza soldi, per lui è intervenuto Larry Holmes, un altro ex campione dei massimi. L’età non ha sedato la rabbia contro Ali: “Continua a dire che senza di lui non sarei stato nessuno. E lui?”. Quando ai Giochi di Atlanta nel ’96 vide il suo vecchio avversario, con la torcia in mano, tremare per il Parkinson, dichiarò: “Spero bruci anche all´inferno quel bastardo”. E Ali di rimando: “Se lo vedete, ditegli che è sempre un gorilla”. [...]» (Emanuela Audisio, “la Repubblica” 2/11/2006).