varie, 26 febbraio 2002
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Freeman Morgan
• Memphis (Stati Uniti) 1 giugno 1937. Attore • «Quando mi viene offerto un ruolo prendo lentamente coscienza del suo carattere. Lo affronto con dignità ricordando che si recita una parte per volta e cerco di raggiungere la dimensione giusta. Qualsiasi sia il personaggio, l´approccio è identico: prima impari bene la parte e poi ti metti nei panni del personaggio [...] Non mi vedo in un personaggio comico. Non mi sentirei a mio agio. Ho fatto carriera interpretando personaggi seri. Se si dovesse presentare l´occasione di recitare in una commedia romantica, forse accetterei. Ho moglie e tre figli, e ho vissuto situazioni romantiche [...] Il teatro è all´origine della mia carriera. Recitare in palcoscenico richiede una concentrazione totale. Quando sei stato bravo a teatro e scende il sipario il pubblico te lo dice subito con gli applausi. Questo è uno degli aspetti affascinanti del teatro [...] Ho diretto un solo film, Bopha, (1993). L´ho voluto girare per capire se poteva essere una professione adatta per me. E ne ho avuto due risposte. La prima che è stato un lavoro molto divertente; la seconda, che non è un mestiere per me. Preferisco produrre piuttosto che realizzare film. Anche perché non è un lavoro, ma soltanto una presenza simbolica. Alle spalle hai un produttore, e tu figuri come produttore esecutivo [...] La cosa più importante per un film? La sceneggiatura. Se hai una buona sceneggiatura, hai un buon film. Il problema è: chi decide se è buona? Non è facile stabilire cos´è la qualità di un film. Come la misuri? [...] Ho provato a scrivere, ma è un lavoro molto duro. E poi c´è un problema. Tu scrivi un testo e lo presenti alla produzione. Quando te lo restituiscono hanno cambiato tutto [...] In circa 40 anni di carriera sono cresciuto progressivamente fino a raggiungere la posizione attuale. Anche A spasso con Daisy ha costituito soltanto un passaggio. E non rimpiango niente di questi quarant´anni. Magari avrei preferito che le cose buone fossero arrivate prima [...] Il cinema europeo si basa di più su storie personali, mentre in America ci si muove in rapporto alla richiesta del pubblico. Mi piacciono i film indipendenti americani girati con un piccolo budget. Sono un appassionato di cinema, e vedo tanti film basandomi sui giornali e sulla pubblicità [...] Credo che sia meglio ricevere delle nomination che vincere l´Oscar. Io sono stato nominato tre volte, e per molto tempo si è parlato delle mie qualità d´attore, della mia serietà e della mia preparazione. Quando vinci un Oscar hai un trionfo momentaneo, ma la gente ti dimentica subito. Ti dicono che sei il migliore, e hai chiuso» (Renzo Fegatelli, ”la Repubblica” 14/7/2003).