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 2002  febbraio 26 Martedì calendario

FREIRE GOMEZ Oscar Torrelavega (Spagna) 15 febbraio 1976. Ciclista. Campione del mondo 1999, 2001, 2004

FREIRE GOMEZ Oscar Torrelavega (Spagna) 15 febbraio 1976. Ciclista. Campione del mondo 1999, 2001, 2004. Ha vinto tre Milano-Sanremo (2004, 2007, 2010) • «[...] Non sarà certo l’alfiere del ciclismo più entusiasmante, specie per un pubblico [...] legato all’immagine del ciclista faticatore che doma le montagne. Può non piacere, ma Freire il suo lavoro lo sa fare bene. Benissimo. E vince. Il talento è indiscusso, se si considera il fisico fragile e i tanti incidenti (specie alla schiena) che ne hanno limitato attività e probabilmente successi. [...] è diventato il corridore spagnolo più famoso della storia: ”Ho sempre avuto la mentalità vincente, fin da bambino. Per me arrivare secondo non conta”. ”Al mio primo mondiale a Lisbona [...] ero in fuga con altri 15 avversari. Pensavo solo a vincere anche se sapevo benissimo che se fossi arrivato 15° avrei avuto i complimenti di tutti. Ed ho vinto”. [...]» (Eugenio Capodacqua, ”la Repubblica” 21/3/2010) • «Raccontano che dopo la prima vittoria iridata a Verona [...] fosse tornato a distanza di qualche tempo nel capoluogo scaligero e avesse preso una camera all’hotel ”Mastino”, in Corso di Porta Nuova, giusto davanti al quel traguardo che gli aveva cambiato la vita. Da lì, ogni sera, si affacciava dalla finestra con vista sull’arrivo Mondiale e rimaneva estasiato e sognante per ore, rivedendosi nella testa all’infinito quei momenti che avevano scolpito il suo nome nell’albo d’oro più ambito. E chi non lo conosceva (quasi tutti...) si chiedeva chi fosse quel tizio che con tante bellezze da ammirare, s’era innamorato proprio di quella strada. [...] dopo che ha fatto bis a Verona, raggiungendo grazie anche al successo di Lisbona 2001, i plurivittoriosi di sempre (Binda, Van Steenbergen e Merckx: scusate se è poco), qualcuno gli ha chiesto se non abbia intenzione di comprarsi una casa, nella città di Giulietta e Romeo. ”No, una casa no. Però ci tornerò in questa città, me la voglio godere ancora”, ha risposto Oscarito, con uno di quei sorrisi che gli hanno guadagnato simpatie ovunque [...]» (Nino Minoliti, ”La Gazzetta dello Sport” 5/10/2004) • «Ama gli animali, l’Italia e la libertà. Detesta, invece, le guerre di George W. Bush e José Maria Aznar. Lo hanno soprannominato Aquila, perché una volta interruppe un allenamento per salvarne una ferita. Ma anche perché negli appuntamenti che contano pianta gli artigli nella preda con mostruosa puntualità. Ha vinto due Mondiali, a Lisbona e a Verona. Al suo primo giro di Lombardia, in maglia iridata, sbalordì tutti attaccando sul Ghisallo, la montagna cara a Coppi e Bartali. Poi si ritirò, ma c’è chi scommette che prima o poi conquisterà anche la Classica delle foglie morte. Il dottor Sassi, uno che di polpacci e polmoni ne ha visti e ”pesati” a migliaia, lo ha definito ”un velocista nel corpo di uno scalatore”. Freire ha un sorriso simpatico, malandrino: assomiglia a quei compagni di scuola che ti fregavano la merenda sotto il naso e poi riuscivano anche a convincerti della loro innocenza. [...] Lo spagnolo rimedia alla corporatura minuta con astuzia e talento fenomenali: succhia le ruote degli avversari e si espone al vento solo negli ultimi 50 metri, per rimontare il ciclope di turno e beffarlo al fotofinish» (Cheo Condina, ”il manifesto” 24/3/2004).