Varie, 26 febbraio 2002
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Frey Sebastien
• Thonon-Les-Bains (Francia) 18 marzo 1980. Calciatore. Portiere. Dal 2011/2012 al Genoa. Dopo una stagione nella serie A francese, al Cannes, nel 1998 arrivò in Italia acquistato dall’Inter. Nel primo anno a Milano giocò solamente 7 partite, poi andò in prestito al Verona dove collezionò 30 presenze. Un campionato in gialloblu, quindi tornò ai nerazzurri: portiere titolare nella stagione 2000/2001, giocò 28 partite subendo 42 reti. Nell’estate del 2001, cambiò ancora: lasciò definitivamente Milano per Parma, dove giocò quattro tornei, poi passò alla Fiorentina • «[...] Le tappe di Verona e Parma hanno convinto tutti sul talento di questo estremo difensore molto spettacolare ma anche efficace, estroso in campo ma particolarmente serio fuori. [...]» (Alessio Da Ronch, “La Gazzetta dello Sport” 25/6/2005) • «Ci sono portieri pazzi e altri dal viso di marmo. Eroici, sfortunati e sciagurati. Introvabili, come Pizzaballa, nelle raccolte delle figurine Panini. Numeri uno dal balzo felino e giganti olandesi che sembravano orsi. In gabbia, tra due pali e una traversa. Tipi estroversi, come Ricky Albertosi. Per niente estroversi, come Dino Zoff. Poi ci sono quelli come Sébastien Frey. [...] racconta: “Per me Dino Zoff resta un modello. È il numero uno ed è a lui che mi ispiravo. La differenza tra un buon portiere e un grande portiere la vedi dai dettagli. E Zoff nei dettagli resta unico”. I dettagli di Zoff, i consigli di Cesare Prandelli. “È un uomo straordinario. A lui devo molto, moltissimo. Mi ha lanciato nel Verona quando avevo 19 anni, ha subito avuto fiducia in me. Bene, quella stagione resterà sempre un sogno. Certo, venivo da sette presenze con l’Inter e avevo già giocato nella serie A francese, con il Cannes. Però quell’anno nonmi aspettavo di partire titolare. A Verona c’era un gruppo straordinario, legatissimo, unito, compatto. [...]” [...] Verona, stagione di grazia 1999- 2000. “Ricordo ancora l’emozione di aver realizzato una vera impresa. Avevamo fatto un girone d’andata disastroso, eravamo in fondo alla classifica. Abbiamo fatto ‘quadrato’, nel ritorno non abbiamo più perso una gara. Non una sconfitta. Abbiamo battuto tutti e tutto e alla fine siamo arrivati a metà classifica [...]” [...]» (Giampiero Timossi, “La Gazzetta dello Sport” 19/8/2005).