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 2002  febbraio 26 Martedì calendario

Gabriel Peter

• Londra (Gran Bretagna) 13 maggio 1950. Cantante. Autore. «Il riassunto di una carriera lo ha diviso in due parti. Quindi in due dischi. Nel primo ha messo le canzoni più note: da Biko a Sledgehammer, passando per More than this e Growing up. Nel secondo (che chiama ”the miss record”, il disco perduto) ha voluto gioielli non meno brillanti, ma di certo più intimi. [...] Incontrando Gabriel, sorprende sempre la sua calma. uno dei pochi musicisti a non avere mai fretta, a fare le cose una alla volta. Nel corso degli ultimi trentacinque anni, oltre che di musica, si è occupato di tecnologia, diritti umani, distribuzione musicale in Internet, e anche di gorilla; ha scritto e registrato uno spettacolo per l’inaugurazione del Millennium Dome di Londra, ha continuato a curare come più poteva la sua Real World, la prima etichetta dedicata alle musiche del mondo. Nel frattempo si è risposato (in Sardegna). [...] ”Invecchiando ho risolto alcuni problemi; che non ho più complessi nell’essere quello che sono; che ora, a più di 50 anni, mi sento più a mio agio di quando avevo 20, 30 e anche 40. [...] Non penso che l’incontro tra le musiche sia come quello tra gli uomini: una procreazione, un matrimonio. Penso che servano rispetto e sensibilità. Alle volte nascono cose bellissime, altre volte distruzione. All’inizio il mio desiderio di dare voce alle musiche di paesi lontani era anche dettato dall’esigenza di capire perché denaro e attenzione fossero concentrate in una sola parte del mondo. E comunque non credo che esista una razza pura o una pura musica. L’ibrido è sempre stato più vitale”» (Laura Putti, ”la Repubblica” 27/10/2003). « sempre il più avanti di tutti» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 27/10/2003). «Sono molto lento, mi piace guardarmi attorno. Nel linguaggio dei computer si dice che tanta spazzatura entra e tanta ne esce, non trovo più interessante la routine disco-tour-disco-tour. […] Avevo saputo che nell’Unversità della Georgia, negli Stati Uniti, stavano studiando i comportamenti dei primati. Li ho contattati, mi sono offerto di collaborare. Hanno accettato così ho passato cinque lunghi periodi, uno anche con i miei musicisti, lavorando con due esemplari di scimpanzè bonobo, madre e figlia molto sensibili, e delle tastiere. Alla madre ho insegnato l’uso dei tasti bianchi e il la minore, da sola ha capito l’ottava, continuava a suonarla. Ho realizzato anche un video. Spendiamo moltissimo per cercare altre forme d’intelligenza e non teniamo conto di quelle già a disposizione, è molto razzista e arrogante pensarla così. Quando si passa del tempo con le scimmie ti rendi conto che questa stanza è piena di grandi scimmie evolute […] Mio padre è ingegnere elettronico e inventore, con una ditta italiana progettò la prima fibra ottica, sono cresciuto con la tecnologia» (P. Zac., ”Il Messaggero” 18/9/2002).