Varie, 26 febbraio 2002
GALANDA
GALANDA Giacomo Udine 30 gennaio 1975. Giocatore di basket. Dal 2006/2007 a Varese (dove era già stato nel 1998/1999). Ha vinto 3 scudetti (Varese, Bologna e Siena), il campionato europeo del 1999, l’argento alle Olimpiadi 2004, l’argento agli europei del 1997 • Un «lungo» che tira benissimo da tre punti. Dopo il debutto a Verona, è stato acquistato nel ”97 dalla Fortitudo con la quale ha giocato fino al 2003 salvo una parentesi a Varese. Ha vinto tre scudetti con tre squadre differenti (Varese, Fortitudo, Siena) sempre allenato da Carlo Recalcati, e una coppa Italia. «Con Marconato l’azzurro più medagliato della storia del nostro basket alla pari di miti come Brunamonti e Marzorati» (Luca Chiabotti, ”La Gazzetta dello Sport” 1/10/2004). «Cresciuto a Verona, poi preso dalla Fortitudo ed esploso nel 1999 a Varese con lo scudetto della stella. [...] A 17 anni, andò negli Usa, in una high school dell’Iowa, perché non accettava un accordo preso sulla sua testa. ”Nel ”90 giocavo a Udine in una società messa in piedi da un gruppo di genitori. Ci ero arrivato dopo quattro anni di nuoto agonistico. Ero bravo e i grandi club mi martellavano di telefonate. Scelsi la Virtus perché mi avrebbe lasciato a casa per tre anni e mi piaceva la prospettiva di trasferirmi a Bologna, per studiare all’università. Ma a mia insaputa, i dirigenti si erano accordati col Benetton e rifiutai la cessione. Allora, un ragazzo sotto i 18 anni poteva svincolarsi da una società rimanendo fermo per tre stagioni. Io lo feci: prima mi allenai con una squadra di serie D, poi attraverso un’associazione di scambi culturali trovai un posto a Pocahontas. Frequentai lì la quarta superiore, ma volevo diplomarmi in Italia. Tornai e andai in prestito gratis nelle giovanili della Goccia di Carnia Udine, la squadra di B-1 in cui giocava Pozzecco” [...]. Per anni, Galanda è cresciuto all’ombra di Gregor Fucka, il migliorgiocatore italiano, sia in Nazionale sia nella Fortitudo. ”Dopo quattro anni a Verona, sono stato io a decidere di andare in un grande club. Ho passato un solo anno di sofferenza, ma poi ho avuto imiei spazi. In realtà, io, come Basile o Meneghin, nati fra il 1974 e il – 76, facciamo parte dell’ultima generazione prima della Bosman, sulla quale i club hanno ancora investito. Abbiamo avuto, insomma, le opportunità che sono mancate ai ragazzi del ”78 o dell’80, manonperché loro fossero più scarsi”» (Carlo Annese, ”La Gazzetta dello Sport” 16/9/2003).