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 2002  febbraio 26 Martedì calendario

GARDINI

GARDINI Elisabetta Padova 3 giugno 1956. Attrice. Già portavoce di Forza Italia, nel 2006 fu eletta alla Camera, nel 2008 ha preso il posto lasciato libero da Brunetta nel Parlamento europeo (rieletta nel 2009) • «Dopo aver presentato Sanremo, Unomattina e Domenica In, nel 1994 - l’anno dell’epifania berlusconiana - decide di scendere in campo anche lei. E accetta una candidatura nella sua Padova sotto le bandiere del Ppi-Patto Segni. Quella volta recita la sua parte contro il centro-destra, che in quel collegio schiera Emma Bonino. E la Gardini, allora come sempre, si batte da cattolica che ci crede. Cattolica tradizionalista, che partecipa alle battaglie del Movimento per la vita. Ma nel 1994 le va male: perde nella cattolica Padova contro la laicissima Bonino. Poi, un ritorno al teatro e una lunga eclissi nel campo della politica. Fino a quando, in una tiepida serata di maggio del 2003, riappare su quel palcoscenico. lei - al teatro Valle di Roma - che presenta il Premio Almirante, consegnando targhe e ricordando il leader missino per la sua ”tenacia, l’umanità e il rapporto intimo col teatro”. Ma presentare una serata non significa arruolarsi con i suoi promotori. Tanto è vero che [...] accetta di candidarsi alle Europee per Forza Italia. E nel suo sito si presenta senza le ipocrisie e le amnesie così tipiche in queste occasioni. ”Il mio curriculum” ha questo incipit: ”Un nonno fondatore della scuola Dante Alighieri a San Paolo del Brasile, cattolico e antifascista che già negli anni Venti, per difendere le sue idee, perde il posto di segretario comunale”, ”una cugina, Suor Elena Ascoli Gardini, studiosa di Santa Caterina da Siena”. E ancora: ”Allevata in parrocchia e nelle botteghe d’arte”, la Gardini non omette quel passato sull’altra sponda: ”Nel ”94 Elisabetta si candida per il Patto Segni”. [...]» (Fabio Martini, ”La Stampa” 16/9/2004) • «[...] Ho iniziato in teatro, a fianco di Giorgio Albertazzi in Enrico IV di Pirandello. Mi sono affacciata alla televisione perché mi rendevo conto che, se non avessi trovato il modo di farmi un nome, non avrei mai potuto avere ruoli importanti in palcoscenico. Alla Rai ho avuto subito molta fortuna come conduttrice, tanto che in poco tempo mi sono ritrovata a Domenica in. Devo ammettere che la tv, anche se non era il mio primo grande amore, che resta il teatro, mi affascinava comunque perché avevo modo di esplorare un altro mestiere che amo: il giornalismo [...]» (’TvSette” n. 38/1998) • «Ho cominciato in Rai giovanissima, quando lavorare in Rai era un privilegio [...] Prima di passare alla fiction per anni sono stata coinvolta nella conduzione di programmi [...] Il primo Uno mattina l’ho fatto io. Piacere Rai Uno l’ho fatto io. Caffè italiano era mio. Ero un volto della Rai [...] una fedeltà gratuita la mia. Mi hanno detto che Celli una volta ha dichiarato: ”La Gardini è troppo cattolica per badare al denaro’. Forse dovrei convertirmi per convincerli che non è così”» (Simonetta Robiony, ”La Stampa” 17/3/2001). «Quel che sorprende è l’agilità con la quale la signora affronta scenari così diversi, economia, riforme, cultura... Forse una spiegazione deriva dal ”curriculum”, che potete trovare nel suo sito internet. Il nonno ”antifascista” della Gardini - ci informa la nota - è stato ”fondatore della Dante Alighieri” a San Paolo del Brasile; uno zio, esule in Inghilterra, è divenuto ”baronetto per meriti letterari con lo pseudonimo di Avro Manhattan”; una cugina, suora, era ”studiosa di santa Caterina da Siena”; i dipinti del padre sono esposti al Duomo di Padova. ”Allevata in parrocchia e nelle botteghe d’arte” [...]» (Alessandra Longo, ”la Repubblica” 20/10/2004).