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 2002  febbraio 26 Martedì calendario

Gascoyne David

• . Nato ad Harrow (Gran Bretagna) il 10 ottobre 1916, morto nell’Isola di Wight (Gran Bretagna) il 25 novembre 2001. Poeta. «Nacque, come si addice a un futuro poeta, da un padre bancario, da una madre casalinga. La famiglia si spostava secondo le esigenze della banca, David si spostava con la famiglia. Cantò nel coro della Cattedrale di Salisbury, studiò a Londra alle scuole tecniche di Regent Street. Scriveva poesie, un’amica di famiglia che aveva una libreria specializzata in poesia convinse un editore di poesia a pubblicare a David una plaquette di poesie. David aveva sedici anni, scriveva: ’Languiamo nell’oscurità/ Il vento della melanconia canta quiete canzoni di disperazione. Gli alberi sono morti. Noi piangiamo. Tutto è finito. Morte’. Qualcuno gli scovò l’etichetta di nuovo Rimbaud, che gli rimase. A diciassette anni pubblicò un romanzo. Raccontò in una pioggia di dettagli la storia della rottuta tra un ragazzo votato all’arte e un padre che non poteva capire la sua vocazione. Lo intitolò Opening Day. Con i proventi ruppe con la scuola, andò a Parigi. Poiché era interessato e appassionato, poiché era alto e bello, poiché aveva appena compiuto i diciassette anni, non passò inosservato tra gli artisti che facevano la spola tra la libreria inglese Shalespeare Company di Sylvia Beach e la libreria francese di Adrienne Monnier, amica di Sylvia Beach. Fra gli altri David predilesse André Breton e Paul Eluard, surrealisti. Tradusse poesie di Benjamin Peret di Paul Eluard, di Salvador Dalì. Alla prima esposizione internazionale dei surrealisti a Londra Dalì incastrò la testa con uno scafandro di palombaro David lo liberò con una chiave inglese. Nel 1935 pubblicò il primo manifesto inglese del surrealismo, scrisse un breve panorama del surrealismo, nel 1936 aderì al partito comunista. Non militò a lungo. In ottobre da un altoparlante risuonò con la sua voce la propaganda repubblicana nelle Ramblas di Barcellona. Tenne un diario. Tornò a Parigi, conobbe Lawrence Durrell, portò il suo diario (’pieno di reticenze ed evasioni’) a leggere ad Anaïs Nin. Nel suo diario senza reticenze ed evasioni Anaïs Nin scrisse: ’Mi lascia fredda a dispetto della sua sofferenza. E’ un prigioniero. Lo sferragliare delle catene mi disturba. Ma non ho nessuna voglia di rompere la sua”. Alla catena David aggiunse l’anello dell’esisten-zialismo, del rapporto tra lo spiritualismo e l’inconscio, si riconobbe nel dolore di Holderlin, cercò conforto nei mistici. Sentì la guerra. Quando arrivò, quando i tedeschi stavano per entrare a Parigi, tornò a Londra, abitò con Lucien Freud, pubblicò le poesie con le illustrazioni di Graham Sutherland. Per viaggiare da un reading all’altro negli Stati Uniti, per leggere le sue poesie alla radio, alleviò la depressione con le anfetamine. Crollò. Smise di scrivere. Passò alcuni mesi in una clinica psichiatrica di Parigi. Si ritirò a casa del padre che si era ritirato nell’Isola di Wight. Quando il padre morì fu internato in un manicomio. per dimenticare i suoi dolori si dimenticò. Finché per terapia Judy Tyler Lewis lesse agli ospiti del suo manicomio alcune poesie, lesse September Sun, una poesia di Gascoyne. Questa poesia è mia, disse David. June non gli credette, dovette ricredersi. Si unirono. David si riprese. Riprese a scrivere, ritrovò i diari. Vissero in una piccola casa nell’Isola di Wight. morto domenica 25 novembre» (’Il Foglio”, 1/12/2001).