Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  dicembre 19 Mercoledì calendario

«A volte ci sono anche i gesti a rendere proverbiale un cantante, vedi gli arabeschi delle mani di Mina, il bacino roteante di Elvis, gli spasmi di Joe Cocker

«A volte ci sono anche i gesti a rendere proverbiale un cantante, vedi gli arabeschi delle mani di Mina, il bacino roteante di Elvis, gli spasmi di Joe Cocker. Molto più semplicemente Bécaud si era legato a un piccolo ma significativo tic, quello di portare la mano attaccata all’ orecchio destro, come ad ascoltare più intimamente la nota che stava eseguendo. E’ un gesto che fanno molti cantanti, e ha una precisa ragione tecnica. Soprattutto quando si è in mezzo ad altri strumenti, chiudere l’ orecchio significa isolare la propria voce dal resto e percepirne meglio l’intonazione. Molti lo fanno ma in generale per brevi istanti, quasi se ne vergognassero: un trucco, un espediente tecnico da non mostrare in pubblico. Bécaud, al contrario, lo ostentava in continuazione, lo aiutava a concentrarsi a calarsi nell’ interpretazione, teneva la mano attaccata all’ orecchio per tanto tempo, magari chiudendo gli occhi, e trasmettendo questa ricerca di intensità espressiva, fino al punto di farlo diventare un marchio inconfondibile. Sarà anche stato il rodomontesco «signor 100.000 volt», ma di sicuro anche un uomo che sapeva ascoltare la sua stessa voce, fino in fondo» (Gino Castaldo).