Paolo Mastrolilli su La Stampa del 27/02/02 a pagina 23., 27 febbraio 2002
«Siccome non esiste una maniera elegante per dire questa cosa, la diciamo e basta: Susan Minot, sceneggiatrice di Bernando Bertolucci, ha scritto un intero romanzo sui pensieri che frullano nella testa di un uomo e una donna, durante una veloce seduta di sesso orale
«Siccome non esiste una maniera elegante per dire questa cosa, la diciamo e basta: Susan Minot, sceneggiatrice di Bernando Bertolucci, ha scritto un intero romanzo sui pensieri che frullano nella testa di un uomo e una donna, durante una veloce seduta di sesso orale. Ora che l’abbiamo detto, proviamo a capire se tutto questo ha un senso, oppure è solo un basso trucco per vendere qualche copia in più nell’era post Bill & Monica. Cominciamo con le credenziali, che servono a darci un minimo di copertura. Susan Minot non è una ragazzina arrivata ieri, alla disperata ricerca di pubblicità, anche se in questi tempi di letteratura usa e getta ogni scrittore ha bisogno di un po’ di fracasso per farsi notare. Alle sue spalle, tra l’altro, ci sono lavori di discreto successo come Evening, Lust and Other Stories, Monkeys, e il testo per il film di Bernardo Bertolucci Stealing Beauty, in cui aveva già dimostrato interesse per storie pruriginose. La casa editrice, che ha avuto il coraggio di mandare in libreria la sua cronaca dei retropensieri sessuali, è la Knopf, nobile marchio letterario del colosso Random House. E per parlarne sul New York Times, poi, si è scomodata persino la principessa dei critici letterari, Michiko Kakutani, anche se alla fine è stata un po’ severa... Scaricate le responsabilità o i meriti addosso a chi se li è cercati, possiamo passare al titolo: Rapture, ossia "estasi", oppure "rapimento". Ben 116 pagine, dedicate ad una sessione di accoppiamento orale lunga 12 minuti, in un appartamento anonimo e perciò protettivo di Manhattan. I protagonisti si chiamano Benjamin Young e Kay Bailey, ex amanti sopra la trentina che ogni tanto ci ricascano. Lui fa il regista, lei la producer. Kay lo invita a pranzo, dopo un po’ di mesi che non si vedevano, e finisce per "swiveling her head in a sensual way", che vi lasciamo il gusto di capire da soli. Per dare a Susan quello che le appartiene, bisogna chiarire che la "rotazione sensuale su perno" della testa di Kay è solo il pretesto per un’indagine psicologica sulle incomprensioni d’amore. Mentre lei si adopera, infatti, lui pensa ai tacchi di Monica Vitti nel film L’Avventura, e mentre lui esala, lei vede i pozzi di petrolio del Texas che salgono e scendono ritmicamente. Nel corso della seduta sessuale, entrambi fanno l’analisi silenziosa di come e perché sono arrivati là, naturalmente partendo da premesse e giungendo a conclusioni opposte come l’Italia e l’Australia. Allo scadere del dodicesimo minuto, poi, Kay spiega che il suo "è stato un atto di venerazione", mentre lui la liquida con due frasette, che secondo i critici dovrebbero gelare il sangue delle lettrici e spingerle alla castità perenne. E a noi cosa ce ne importa? Secondo la Minot, si tratta semplicemente di realizzare che "Rapture è un racconto dell’orrore. Molte storie d’amore lo sono, e possono essere devastanti come la morte e la guerra". Se le cose stanno davvero così, lo decideranno i lettori che avranno la curiosità di spiare questo mezzogiorno di fuoco a New York. Intanto, di sicuro c’è solo un fatto: se era un basso trucco, anche noi ci siamo cascati» (Paolo Mastrolilli).