Massimo Gramellini su La Stampa del 28/02/02 a pagina 1., 28 febbraio 2002
«Edizione straordinaria: ieri, a Roma, è stata avvistata un’emozione. Vicino all’ambasciata americana di via Veneto, sotto il semaforo della Dolce Vita
«Edizione straordinaria: ieri, a Roma, è stata avvistata un’emozione. Vicino all’ambasciata americana di via Veneto, sotto il semaforo della Dolce Vita. Da una parte della strada lui: trent’anni, bruno, un Raul Bova minore, col portamento da modello guastato dalla borsa lisa e troppo incinta di pratiche. Dall’altra lei, icona bionda e quasi romantica, non fosse per il tailleur e il cipiglio, entrambi in carriera. Verde. I due sguardi si intercettano in mezzo all’incrocio e una scarica di magia pura attraversa l’aria e persino i passanti. Lui si blocca come ipnotizzato, lei continua a camminare con la testa all’indietro finché sbatte contro un taxi in sosta, ci sale, sussurra la destinazione all’autista e, mentre la macchina salpa, si torce all’indietro per appiccicare gli occhi al vetro e non perdere quelli di lui. Per un attimo speriamo che succeda qualcosa: che lei scenda dal taxi o lui ci si butti sotto. Ma l’auto scompare dietro una svolta e la vita riprende: i passanti, il traffico, tutto si rimette in moto. Tranne lui, il collo bloccato in direzione del punto in cui lei è scomparsa. Allora succede una cosa incredibile. Il telefonino squilla per richiamarlo alla non-vita di sempre, ma lui lo getta strillante dentro la borsa lisa: non vuole intrusi nel suo spettacolo. I casi sono due. O si conoscevano già (e quindi io sono un pirla). Oppure si sono riconosciuti nella folla, con uno scambio di segnali muti ma di uguale frequenza. Lontani per un attimo dal frastuono che ci assorda il cuore fino a deprimerlo» (Massimo Gramellini).