Chiara Cecchi, La macchina del tempo n. 02/03 febbraio/marzo 2002 pagg. 40-50, 28 febbraio 2002
Così come i paleontologi possono risalire all’evoluzione delle specie analizzando le ossa degli animali viventi e i fossili, i biologi molecolari hanno imparato a ricostruire l’evoluzione dei cromosomi e dei geni esaminando la sequenza del DNA
Così come i paleontologi possono risalire all’evoluzione delle specie analizzando le ossa degli animali viventi e i fossili, i biologi molecolari hanno imparato a ricostruire l’evoluzione dei cromosomi e dei geni esaminando la sequenza del DNA. Il cromosoma Y, oltre che ad essere essenziale per fabbricare un maschio, si sta rivelando uno strumento utilissimo per ricostruire la propria storia evolutiva, o addirittura per risalire a dove viveva ”Adamo”, il primo uomo sulla Terra, e ai suoi flussi migratori per colonizzare il pianeta partendo dall’Africa. Le sequenze di DNA del cromosoma Y di maschi appartenenti ai diversi continenti, come rivelano gli studi del Prof. L. Luca Cavalli Sforza, uno dei genetisti di popolazioni più famosi del mondo, ci raccontano l’evoluzione e la conservazione del cromosoma nei diversi popoli. I protagonisti di queste scoperte sono i polimorfismi del DNA: delle piccolissime differenze tra le basi azotate che costituiscono i geni. In sostanza, anche se due individui sono portatori dello stesso gene, nel loro DNA vi saranno delle piccolissime differenze, una specie di firma molecolare che identifica ciascuno di noi in modo inequivocabile. lo stesso principio che che si utilizza nei test genetici per verificare la consanguineità o in tribunale per risalire ad una persona sulla base di campioni biologici. Per la gioia dei ricercatori i geni dell’Y si trovano regioni del cromosoma molto conservate e rappresentano quindi una miniera di informazioni sull’origine e sulla datazione dell’uomo che li porta. A quasi ogni popolazione, sono associate sequenza di DNA caratteristiche e ricostruendo l’albero genealogico di questi cambiamenti sul cromosoma maschile si è scoperto che il primo ”uomo moderno” si è spostato dall’Africa insieme alla sua compagna circa 100 mila anni fa. però possibile dire c’erano anche altre donne, grazie al DNA dei mitocondri. Questi organelli, presenti nel citoplasma di tutte le cellule, si trovano anche nella cellula uovo, ma non negli spermatozooi costituiti quasi esclusivamente dal materiale genetico. Sono quindi il corrispettivo femminilie del cromosoma Y perchè si trasmettono esclusivamente di madre in figlia, permettendo così di ricostruire l’albero genealogico della linea materna. Si è scoperto ad esempio che gli abitanti del Nord e Sud America hanno un’origine comune, e che deriverebbero da un antenato siberiano o asiatico. O che gli attuali giapponesi discenderebbero da immigranti coreani o cinesi. O ancora: che gli europei hanno un antenato fenicio o mediorientale che nel Neolitico (7000-3000 a.C.), avrebbe messo piede in Europa. Pensate che la genetica suggerisce perfino che le popolazioni semite, che comprendono ebrei e non ebrei del Medio Oriente, inclusi palestinesi, siriani e libanesi, hanno un’origine comune. Anche il cromosoma Ydi Oëtzi, la mummia ritrovata dieci anni fa tra i ghiacci dello Similaun in Tirolo, è sotto gli occhi dei ricercatori, per studiare le differenze del suo cromosoma Y rispetto a quello degli attuali altoatesini.