Beppe Severgnini sul Corriere della Sera del 28/02/02 a pagina 8., 28 febbraio 2002
"Le monete da mille lire non contano: inutili come una nevicata in aprile (sono arrivate quando era ormai finita la stagione)
"Le monete da mille lire non contano: inutili come una nevicata in aprile (sono arrivate quando era ormai finita la stagione). Le mille lire di carta sono andate imbruttendosi negli anni. Le ultime, nonostante Maria Montessori, sembravano più fasulle dei soldi del Monopoli. Le duemila lire con Guglielmo Marconi erano entrate in circolazione: ma la notizia non è stata confermata. Per le cinquemila lire color muschio ho sempre avuto un debole: mi evitavano di portare in giro cinque scialbe mille lire. Siamo alla banconota da diecimila, grigia solida e ubiqua: la vera unità valutaria italiana. Venivano utilizzate per qualunque transazione, dalla più utile alla più immorale. Erano le stelle spente delle notti italiane: benzina e spuntini, birre e ingressi passavano da loro... Siamo alle cinquantamila lire, la banconota del business, come dicono i bocconiani e i disc-jockey. Erano il taglio delle transazioni e dei commerci, dei regali e dei pagamenti in nero: forse per questo le hanno volute arrossite. Le centomila avevano meno personalità. Le cinquecentomila, nessuna. Questo, almeno, è ciò che ricordo" (Beppe Severgnini).