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 2002  febbraio 28 Giovedì calendario

Il Tribunale civile di Milano ha riconosciuto in primo grado un risarcimento record, circa 5 milioni e 600 mila euro (quasi 11 miliardi di lire), a N

Il Tribunale civile di Milano ha riconosciuto in primo grado un risarcimento record, circa 5 milioni e 600 mila euro (quasi 11 miliardi di lire), a N. C., la giovane donna che il 12 novembre 1992, sulla circonvallazione di Milano, rimase coinvolta in un incidente d’auto che la lasciò totalmente invalida e bisognosa d’assistenza ventiquattr’ore su ventiquattro. Nell’incidente, l’auto su cui viaggiava N. C. (seduta accanto al guidatore) si scontrò con un camion guidato da un autotrasportatore greco: l’amico alla guida morì, lei uscì dal coma ma riportò lesioni gravissime. Quando la causa penale, svoltasi nel ’96, divise le responsabilità tra il camionista greco (70 per cento) e il guidatore italiano (30 per cento), il padre, la madre e la sorella di N. C. avviarono una causa civile per il risarcimento dei danni contro l’Ufficio Centrale Italiano (Uci) che rappresenta le compagnie estere in Italia, in questo caso l’assicurazione greca del camionista. Ora il tribunale, nel risarcimento per la ragazza, ha conteggiato il danno biologico e morale permanente, le spese mediche sostenute e future, le spese di assistenza e anche il danno patrimoniale da invalidità permanente: la difesa della famiglia, infatti, ha ingaggiato una società specializzata nella ricostruzione delle carriere retributive, che ha calcolato quanto la ragazza, professionista avviata, avrebbe potuto guadagnare nel corso della sua vita lavorativa. Inoltre, ai genitori e alla sorella è stato riconosciuto il danno morale per le lesioni subìte da N. C., nella stessa misura di quello che sarebbe loro derivato se la ragazza fosse morta (103 mila euro al padre, altrettanti alla madre, 155 mila alla sorella).